domenica 30 settembre 2012

I COMUNI ITALIANI DICONO "ADDIO" AD EQUITALIA

A partire dal prossimo 31 dicembre 2012 il D.L. 70/2012 (art.7) contenente misure urgenti per l’economia ha disposto che, per il recupero delle imposte locali, non vedremo più le vecchie cartelle di Equitalia.
Al loro posto, i tributi dovranno essere riscossi da società in house (appartenenti cioè agli stessi Comuni) o da soggetti esterni che avranno firmato un’apposita convenzione con i municipi italiani.
 
Non è detto che questo nuovo regime si risolva a favore dei contribuenti: tutto gioca sull’aggio di riscossione (ovvero sulla "percentuale" per il recupero) posto a carico del contribuente: ossia su quella somma che il debitore deve pagare e che rimane al soggetto riscossore.
Allo stato attuale l’aggio sulla riscossione riconosciuto a Equitalia è pari al 9% delle somme iscritte a ruolo, di cui il 4,65% a carico del debitore e il 4,35% a carico del Comune. Ma se la cartella viene pagata dal contribuente dopo 60 giorni, tutto l’aggio ricade sul cittadino.
Nel caso di riscossione mediante soggetti diversi da Equitalia, la legge non indica quale debba essere l’aggio, ma impone solo che il nuovo regime non comporti costi aggiuntivi per il contribuente, senza però specificare (come da acuta osservazione di Pasquale Mirto su "Il Sole 24 Ore") rispetto a quale parametro vada fatto tale confronto.
Secondo quanto riportato da Panorama, gli aggi applicati dai vari Comuni d’Italia saranno di gran lunga superiori rispetto a quelli della tanto odiata Equitalia.
Alcuni esempi poco rassicuranti: a Prato (con la Sori) e in alcune città della Sicilia (dove a farla da padrone è la Serit) l’aggio arriva al 10% e, dopo due mesi, grava esclusivamente sul contribuente.
A Bologna, dove il servizio è stato affidato alla Engineering Tributi, l’aggio è pari al 9%.
 Con la Trentino Riscossioni, l’aggio grava tutto sul cittadino già dopo 30 giorni (anziché 60 come con l’Equitalia).
Insomma: non è tutto oro quello che luccica, ma certamente diventa oro ciò che toccano le società di riscossione….

SINISTRO STRADALE: NESSUN RISARCIMENTO AI TRASPORTATI SE NON INDICATI NEL MODELLO CID

In caso di sinostro stradale ricordate sempre di indicare nel modello CID i TERZI TRASPORTATI così da consentire a questi di essere risarciti dall'assicurazione.
 
L'art. 143 comma 2 del D. Lgs 209/2005 stabilisce che, se il modulo CID viene firmato dalle parti coinvolte nell’incidente, si presume automaticamente che l’incidente si sia verificato proprio secondo le modalità e con le conseguenze indicate nel modulo stesso.
 
Inoltre, poiché le parti potrebbero mettersi d’accordo e falsificare il CID solo per estorcere all’assicurazione un risarcimento per un sinistro inesistente, al fine di evitare frodi all’assicurazione medesima, quest’ultima può dimostrare il contrario di quando indicato nel modello, ossia che il sinistro non si è verificato per come ivi riportato.
Il Giudice di Pace di Perugia con una recente senteza del giugno 2012, in applicazione di tali principi, ha negato il risarcimento del danno ai passeggeri trasportati da una vettura, i cui nominativi non erano stati correttamente indicati nel CID, nonostante uno dei due conducenti si fosse spontaneamente assunto la responsabilità dell’incidente.
 

CALO CONSUMI BENZINA (-9.3%)... IN CONTROTENDENZA IL FISCO GUADAGNA +17%


  ROMA - Nei primi otto mesi del 2012 i consumi di benzina e gasolio per autotrazione sono scesi del 9,3%, eppure gli italiani hanno speso 3,373 miliardi in più rispetto ai 41,862 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso.   E' quanto emerge da una elaborazione del Centro Studi Promotor GL events in cui si precisa che da gennaio ad agosto gli italiani per benzina e gasolio hanno speso globalmente 45,235 miliardi, di cui il fisco ha incassato 24,48 miliardi, con una crescita del 17,4%. Grazie ad un aumento del prelievo medio del 22,45% sulla benzina e del 33,04% sul gasolio, precisa il Centro Studi Promotor GL events, il fisco ha visto i suoi introiti crescere in otto mesi di 3,625 miliardi di euro. La parte restante dei 45,235 miliardi spesi dagli italiani è andata invece a società petrolifere e distributori che, contrariamente al fisco, hanno risentito del calo dei consumi. Gli introiti di petrolieri e distributori scendono così dai 21,006 miliardi dei primi otto mesi del 2011 ai 20,755 miliardi dello stesso periodo di quest'anno con un calo di 252 milioni e nonostante incrementi della media ponderata dei prezzi industriali (prezzi alla pompa meno imposte) del 9,50% per la benzina e dell'8,40% per il gasolio.
 
Per l'assistenza ed informazioni sulla tutela dei consumatori contattate A.E.C.I. FELTRE

 

LUCE E GAS... STA PER NASCERE BICSE, LA LISTA NERA DEI MOROSI

Una legge del 2010 sull'Acquirente Unico prevede l'istituzione di BICSE (banca dati relativa agli inadempimenti dei clienti finali del settore energetico) una banca dati con i nomi dei clienti morosi ed in questi giorni l'Autorità per l'energia elettrica e gas ha messo in consultazione il documento per stabilirne il funzionamento: gli aspetti e gli interessi da considerare e da tutelare sono molteplici e vanno rispettate anche le norme sulla privacy.

Il documento ha già avuto il via libera dalle Commissioni Industria del Senato ed Attività Produttive della Camera.
 
L'Autorità, presieduta da Giacomo Bortoni, ha messo il documento a disposizione del pubblico per ricevere osservazioni e proposte entro i 5 ottobre. Ma i consumatori sono sul piede di guerra e, schierati categoricamente avverso la banca dati, chiedono si essere ascoltati in Parlamento.
 
Il Presidente ad Amministratore di Acquirente Unico, Paolo Vigevano, motiva la forte pressione dei venditori di energia alla costituzione di questo data base con l'esplosione delle morosità connessa al turismo energetico, ovvero al fenomeno di migrazione da un gestore energetico all'altro verificatosi con sempre maggior frequenza in questi ultimi anni.
 
Sostanzialmente la banca dati, accessibile solamente ai venditori al dettaglio di energia e gas e dagli stessi gestori faranno aggiornata con i dati dei clienti finali (1), dovrebbe rappresentare uno strumento di preallarme sulla clientela morosa.
 
Come associazione a tutela dei consumatori ci interroghiamo sull'effettiva utilità di questo strumento.
Da un lato questo strumento potrebbe disincentivare il comportamento scorretto di taluni utenti che, per evitare di pagare i consumi, si apprestano a continue migrazioni da un gestore all'altro.
Dall'altro verso, però, si accentua il rischio che le famiglie in difficoltà non solo possano trovarsi senza luce e gas oltre al fatto, ancor di più grave valenza, che le stesse si trovino precluse dalla possibilità di stipula di nuovi contratti.
 
Inoltre, e come associazione di consumatori possiamo candidamente affermarlo, il mercato dell’energia presenta già molti aspetti evidentemente critici: pratiche commerciali scorrette e servizi non richiesti  generano un complesso contenzioso con i clienti finali.
Solamente per fare un esempio, che comunque non vuole essere esaustivo ma solamente esplicativo, l'associazone si trova ad assistere, con sempre maggior frequenza, utenti che sono chiamati a pagare fatture con importi abnormi rispetto al consumo reale perchè emesse su dati stimati.
Ne consegue che frequentemente le morosità sono derivate proprio dai comportamenti scorretti dei gestori verso gli utenti.
Qualsiasi cittadino-consumatore che si trovi a non aver pagato, per qualsiasi motivo, una bolletta rischia di essere inserito nella BICSE come cattivo pagatore... con tutte le conseguenze che ne derivano quale, ad esempio, l'impossibilità di cambiare venditore.
 
Per i consumatori questo nuovo sistema di schedatura avrebbe "conseguenze abnormi" anche perché la crisi economica sta già mettendo seria difficoltà un numero purtroppo crescente di famiglie (e di imprese).
 
Se vuoi dar voce alle tue idee e far giungere il tuo pensiero all'Autorità contatta la nostra associazione: entro venerdì 5 ottobre ci faremo portavoce delle Vostre osservazioni e proposte con l'Autorità per chiedere di bloccare l'istituzione di questa lista nera
 
(1) Ma quali dati dovrebbero confluire in BICSE?
Per iniziare il codice fiscale. A seguire la descrizione della tipologia del cliente (uso domestico o no), il numero di richieste di sospensione della fornitura, sospensioni per morosità con eventuali revoche, riattivazioni, richieste di indennizzi, le costituzioni in mora, e quelle sanate.
I dati relativi a bollette mai pagate non potranno essere corservati per più di tre anni; per le morosità poi sanate la relativa memoria non potrà superare i dodici mesi.
 

CATASTO... CHIUDONO GLI UFFICI PERIFERICI

Riportiamo testualmente l'articolo di Gianni Santomaso pubblicato sul Corriere delle Alpi il giorno 28 settembre 2012

"BELLUNO. «Dal 1° ottobre verranno chiusi gli sportelli catastali decentrati di Agordo, Mel, Feltre e Pieve di Cadore».

La notizia è arrivata ieri mattina sul tavolo dei presidenti delle Comunità montane Agordina, Feltrina e Valbelluna e del presidente del Consorzio Bim Piave. Sono questi, infatti, i soggetti gestori del servizio che hanno sottoscritto una convenzione con l'Agenzia del territorio per permettere agli operatori degli sportelli decentrati di collegarsi ai sistemi dell'agenzia stessa. «Finora», dicono i presidenti delle Cm, Luca Luchetta, Ennio Vigne, Roberto Maraga, e quello del Consorzio, Giovanni Piccoli, «come enti gestori abbiamo garantito, con sforzi logistici e economici (i quattro uffici costano al Consorzio Bim 70mila euro l’anno), un servizio prezioso apprezzato da istituzioni e cittadini. Solo nell’anno 2011, infatti, questi sportelli catastali decentrati hanno avuto 2.778 richieste di documenti, raggiungendo l’obiettivo di semplificare e snellire le interazioni tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione, in un’ottica allineata alle esigenze di spending rewiev».
Aperti nel 2011, i quattro sportelli hanno effettuato 15.588 pratiche tra visure, estratti mappa e volture (3.946 ad Agordo, 3.461 a Feltre, 2.562 a Mel e 5.345 a Pieve di Cadore). «Spiace constatare», aggiungono i rappresentanti degli enti gestori, «come gli uffici centrali dell’Agenzia delle Entrate abbiano sospeso, in attesa di una nuova (peraltro onerosa) convenzione, un servizio efficiente e tecnologico, in grado di mettere in connessione una rete territoriale a costi zero, evitando inutili dispersioni di investimenti».
La notizia della chiusura degli sportelli ha colto di sorpresa i sindaci dei comuni interessati che avevano affrontato il problema nelle recenti assemblee di vallata del Bim e che speravano in una pronta soluzione. «La settimana scorsa», dice il sindaco di Mel, Stefano Cesa, «avevo mandato una lettera a Maraga e a Piccoli affinché si attivassero in tutte le maniere per non accettare la chiusura degli sportelli. Perché è vero che c'è l'informatizzazione del catasto, ma tale servizio vale solo per i professionisti e invece a Mel il 90% degli utenti è costituito da privati che non dispongono del servizio on-line. La chiusura», continua Cesa, «è una grave perdita non solo per Mel, ma anche per Lentiai, Trichiana e Limana. Bisognerà trovare una soluzione diversa, ma ci deve comunque essere la consapevolezza da parte dell'Agenzia del territorio che questi sportelli snelliscono le pratiche che dovrebbe fare l'ufficio centrale: quindi l'Agenzia stessa potrebbe venire incontro con il personale che oggi è a carico del Bim».
Anche il sindaco di Pieve di Cadore si dice amareggiato della notizia, ma è convinto che una soluzione si troverà. «Gli sportelli», spiega Maria Antonia Ciotti, «danno un grande servizio non solo a Pieve. D'altronde qui ci stanno depauperando di tutto. Peccato. Penso però che la chiusura sarà solo temporanea e che il servizio verrà riaperto a breve, magari riproponendolo in una nuova versione. Altrimenti ci tocca andare a Belluno». Della questione, e delle sue possibili soluzioni, si parlerà nell'assemblea generale del Consorzio dei Comuni di oggi. «L'obiettivo», dicono i gestori, «è garantire la permanenza di questi servizi fondamentali in un territorio morfologicamente complesso come quello bellunese»."

venerdì 28 settembre 2012

ENERGIA ELETTRICA E GAS. PREVISTI ULTERIORI AUMENTI

Ancora brutte notizie purtroppo...

Mentre in Europa scende il costo del gas e luce scendono... in Italia sono previsti aggravi che si ripercuoteranno non solo sul bilancio familiare in forma diretta (nel pagamento delle bollette) ma anche nel rincaro delle materie prime e indispensabili che subiranno ulteriori rincari.
Il costo energia elettrica, infatti, è salato non solo per le famiglie, ma anche per le aziende italiane che, secondo confartigianato, l’anno scorso hanno pagato 10.077 milioni di euro in più rispetto alla media europea. Dall’indagine risulta che i costi più alti sono stati pagati dalle aziende di Milano e lombardia, che per la luce hanno speso 5.848 miliardi di euro in più.
 
Come rende noto confartigianato, “la regione più penalizzata è la Lombardia, con 2.289 milioni di euro di maggiori costi rispetto alla media europea, seguita dal Veneto con un gap di 1.007 milioni di euro, dall’Emilia Romagna con 904 milioni e dal Piemonte con 851 milioni”. se, invece, si considerano le province anziché le regioni, si scopre che al primo posto c’è Milano (con una spesa media di 555 milioni di euro), seguita da Brescia (467 milioni di euro), Roma (447 milioni), Torino (343 milioni) e Bergamo (293 milioni).
Insomma, gli imprenditori del bel paese spendono mediamente 2.259 euro all’anno in più rispetto ai loro colleghi europei.
 
Altri aumenti in vista
"Le tariffe aumenteranno un pochino, sia il gas che la luce" ha spiegato l'esperto parlando a margine di un convegno, notando come si vada "verso i massimi storici mentre in Europa scendono". Di quanto saranno alleggerite le tasche degli italiani non è ancora dato sapere, essendo la decisione rimessa all'Autorità per l'energia elettrica e il gas, istituita nel 1995 con la funzione di "tutelare gli interessi dei consumatori e di promuovere la concorrenza, l'efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità, attraverso l'attività di regolazione e di controllo". Attività che prevede anche l'aggiornamento trimestrale delle tariffe a ogni inizio trimestre e dunque dal primo ottobre per quanto riguarda gli ultimi tre mesi di ogni anno.
 
Ma cosa può essere andato storto rispetto alla scorsa estate, quando, scattato il primo luglio un aumento dello 0,2% per l'elettricità, pari a un euro in più all'anno in bolletta, e del 2,6% per il gas, equivalente a un rincaro medio di 32 euro l'anno a famiglia (contro stime diNomisma che parlavano rispettivamente di incrementi tariffari dell'1,5% e del 2%), il centro studi prevedeva che a ottobre i prezzi avrebbero iniziato a scendere? In teoria il principale imputato resta l'andamento del prezzo di petrolio, dell'olio combustibile e del gasolio.
 
Nel caso della tariffa elettrica, in particolare, l'Authority guarda al prezzo dell'energia elettrica sulla borsa elettrica, il Pun (Prezzo unico nazionale), attualmente attorno ai 79,76 euro/Mwh contro gli 87,79 euro/Mwh di fine giugno, sommando poi alcuni oneri generali di sistema quali la promozione dell'efficienza energetica, i regimi tariffari speciali e le compensazioni economiche per le comunità che vivono in territori con impianti nucleari. Nel complesso, dunque, il calo della prima voce rischia di essere compensato o più che compensato dagli ulteriori incrementi delle restanti voci.
 
Diverso il caso del gas: in questo caso l'Autorità aggiorna i prezzi di riferimento sulla cui base stabilisce le tariffe utilizzando le quotazioni medie sui mercati internazionali di petrolio, olio combustibile e gasolio nei nove mesi precedenti, fatto salvo l'ultimo mese. In questo caso si prenderanno dunque a riferimento i prezzi tra il dicembre dello scorso anno e lo scorso agosto, periodo in cui, ad esempio, il prezzo del petrolio è andato dai circa 100 dollari al barile di fine dicembre a un massimo di 110,55, per poi crollare sino a 77,30 dollari prima di rimbalzare sugli attuali 90,7 dollari.
 
Nel complesso l'Autorità presieduta da Guido Bortoni non dovrebbe imporre ulteriori sacrifici particolarmente pesanti alle tasche degli italiani, ma visto che già in tutti e tre i precedenti trimestri le tariffe sono aumentate e che negli ultimi 18 mesi l'incremento è sensibilmente superiore a quello dell'inflazione nello stesso periodo, l'allarme lanciato dal Nomisma rischia di far saltare i nervi a molte famiglie italiane, da anni ormai alle prese con la difficile acrobazia di arrivare a fine mese, facendo lo slalom tra inflazione, rincari di imposte e diminuzione del reddito disponibile.

giovedì 27 settembre 2012

AUDIOVIDEOMANIA.IT ... ATTENZIONE ALLE POSSIBILI TRUFFE

Tante... troppe le segnalazioni su prodotti acquistati e mai consegnati dall’Azienda romana

Ci risiamo: bisogna stare molto attenti quando si decide di fare i propri acquisti su internet.
 
La nostra associazione ha ricevuto segnalazioni relativamente ad acquisti effettuati tramite il sito www.audiovideomania.it, pagati a mezzo Pay Pal e mai ricevuti.
 
Il sito – la sede dell’Azienda è Roma - è specializzato in prodotti di telefonia, informatica, strumenti elettronici, ecc.
 
Dalle segnalazioni pervenute parrebbe che, una volta scelto il prodotto, pagato tramite PayPal – si ha diritto ad una sola spedizione - e ricevuta la conferma di acquisto, l’unica spedizione a essere ricevuta è quella della fattura.
 
Inutili i solleciti di consegna merce. Inutili le richieste di rimborso. Le risposte che si ricevono fanno riferimento al fatto che – vista che una spedizione è stata fatta – non si ha diritto a ricevere più nulla. Il ricevimento della fattura equivarrebbe al ricevimento del prodotto acquistato.
 
Come sempre, CHIEDIAMO IL VOSTRO AIUTO per verificare se qualcuno si sta comportando in maniera non corretta.
 
Naturalmente, se queste segnalazioni dovessero invece nascondere una non corretta gestione del cliente da parte dell’Azienda, la nostra Associazione è pronta a sentire le ragioni di AUDIOVIDEOMANIA.
 
Se avete acquistato tramite www.audiovideomania.it e NON avete ricevuto i prodotti, ecco cosa fare:
- Inviare una raccomandata a/r con la richiesta di consegna merce o rimborso somme pagate a :
AUDIOVIDEOMANIA di ALEMANNI GERARDO
VIA TUSCOLANA n. 296 interno 1
00135 - ROMA
- inviare una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Polizia Postale della propria città;
- Segnalare il reclamo a PayPal:
- rivolgersi alla sede A.E.C.I. più vicina per avere consigli su come agire e essere tutelati dai legali di A.E.C.I.
 
Mandateci una mail all'indirizzo feltre@euroconsumatori.eu e raccontateci la Vostra esperienza.
 

MAIL DI TRUFFATORI CHE UTILIZZANO IL MARCHIO POSTE ITALIANE

Oggi ci hanno riprovato anche con noi...
La stessa storia di sempre che si ripete... a cui i consumatori dovrebbero essere abituati ed invece...
I truffatori on-line ci provano sempre e con una carenza di fantasia che ha dell'inverosimile: il solito bonus o il solito blocco all'accesso dell'account che chiedono di attivare un collegamento ad un sito internet truffaldino che sortirà l'unico effetto di trasferire tutti i nostri fondi al truffatore e di incorrere nel rischio che i nostri dati vengano utilizzati per operazioni illecite.
Mail mandate in blocco da funesti truffatori che sperano sempre che qualche malcapitato caschi nella truffa peraltro, bisogna ammettere, ben mascherata.
 
Il nostro consiglio è quello di non rispondere mai a queste mail: Poste Italiane non manderà mai a nessun cliente una mail simile e per controllare il proprio conto on-line utilizzate sempre e solo il sito istituzionale di Poste Italiane senza passare per alcuna mail ricevuta.



 

TELEFONIA... BUONGIORNO! e OKWIT... SERVIZI MAI RICHIESTI

CHIEDETE IL RIMBORSO E FERMATE L'ABUSO CON LA NOSTRA ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI
È capitato anche a te di leggere la fattura del telefono e vederti addebitati servizi mai richiesti?
O hai acceso il cellulare e ti sei accorto che il credito è diminuito per l’attivazione di servizi MAI richiesti?
 
Non sono pochi i consumatori che alla nostra Associazione di Consumatori hanno segnalato questa vera e propria trappola salata della quale tutti i gestori telefonici si lavano le mani.
E guardando la bolletta o chiamando il call centre del proprio operatore si scopre che sono stati attivati servizi interattivi, giochi, news su oroscopo, meteo, calcio, loghi, suonerie, messaggi sexy, abbonamenti video quiz...

E sì, perché questi servizi in abbonamento possono essere “inavvertitamente” attivati cliccando sul banner del proprio cellulare – come è accaduto per segnalazioni relative a OKWIT – o attivate in maniera arbitraria non direttamente dalle Compagnie telefoniche, ma da Aziende specializzate, come, per esempio, BUONGIORNO! che utilizzano le numerazioni dei gestori.
 
E chi ha avuto la sfortuna di cadere in questa trappola sa bene che non si tratta di cifre irrisorie: si parla di servizi che costano dai 2 ai 5 euro a settimana, in alcuni casi anche 10 euro.
 
ATTENZIONE: i servizi possono essere attivati anche sulle Internet Key (chiavette per il collegamento a Internet) e, in questo caso è quasi impossibile accorgersi dell’attivazione, a meno che non ci sia una repentina riduzione del credito.

In tutti i casi, il risultato è lo stesso: bisogna pagare per servizi mai richiesti e inizia la trafila dei tentativi di disattivazione tramite codici fasulli e delle telefonate fatte al call centre proprio gestore.
 
A.E.C.I. vi consiglia, dopo aver disattivato il servizio tramite call centre, di inviare una raccomandata a/r al vostro operatore telefonico chiedendo delle somme sottratte indebitamente.
Se questo non risponde o risponde in maniera negativa, fate istanza di conciliazione presso il Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni) della vostra Regione istituito dall'Autorità Garante delle Comunicazioni per risolvere le controversie con gli operatori delle telecomunicazioni.
 
Cosa fare per disattivare i servizi e chiedere il rimborso delle somme pagate? Riepiloghiamo:
Telefonare al call centre del proprio gestore e disattivare il servizio;
• Nel caso di Internet Key, contattate il call centre del vostro gestore e verificate l’eventuale attivazione di servizi non richiesti;
Inviare una raccomandata a/r al vostro Operatore Telefonico chiedendo il rimborso dei soldi pagati;
Fare istanza di conciliazione presso il Corecom della vostra Regione facendovi assistere da una competente Associazione di Consumatori.
 
Come sempre, gli esperti di A.E.C.I. sono disponibili allo sportello di via Peschiera a Feltre ogni venerdì o previo appuntamento, ai numeri di telefono 0439 300030 e 347 7421260 oppure alla mail feltre@euroconsumatori.eu

mercoledì 26 settembre 2012

COMMISSIONE DI SCOPERTO DI CONTO

La commissione di massimo scoperto bancaria è stata abolita nel 2009 eppure ci sono ancora degli istituti bancari che la applicano mascherandola con le cosidette commissioni di scoperto di conto.
 
Se siete dei consumatori e, per qualche motivo, siete andati in rosso sul vostro conto corrente anche per pochi giorni, controllare i vostri estratti conto bancari del periodo dal 16/08/2009 al 30/06/2012 ed accertatevi non siano state applicate le commissioni di scoperto di conto. 
 
Si tratta di spese da ritenersi illecite ed ingiustificate per le quali è diritto del consumatore chiedere un rimborso.
 
Se avete dei dubbi mettetevi in contatto con la nostra associazione al 347 7421260, al telefono fisso 0439 300030 oppure via mail all'indirizzo feltre@euroconsumatori.eu. Il nostro staff è a Vostra disposizione per qualsiasi consultazione e consulenza.
 
 

martedì 25 settembre 2012

BOLLETTE LIBERALIZZATE: GIOIE E DOLORI

Il decreto sulle "liberalizzazioni" ha 12 anni ma reali benefici per i consumatori se ne sono visti pochi e le bollette sono diventate care ed incomprensibili.

Leggere ed interpretare correttamente la bolletta dell’energia elettrica può risultare difficile a chi non è abituato ad alcune voci. Tuttavia, risulta l’unico modo in cui possiamo essere sicuri di non pagare più del dovuto e di conoscere quanto è il nostro consumo di elettricità reale per essere liberi di scegliere il fornitore che più ci piace, dando applicazione “vera” allo spirito della legge, che purtroppo a nostro avviso è stato stravolto. Comunque per scegliere dobbiamo capire a fondo e sapere leggere la bolletta.
 
La bolletta è sempre divisa in almeno tre parti: Sintesi, Dettaglio e Comunicazioni; se avete scelto di fare il pagamento attraverso Bollettino Postale lo troverete prestampato in un foglio aggiuntivo. Inoltre, si possono aggiungere altri fogli con promozioni o informazioni.
 
Troverete i vostri “Dati cliente”, ossia il Numero Cliente (importante per tutte le comunicazione tra voi e il fornitore) e il Codice Fiscale dell’intestatario della fornitura.
Ogni fornitura viene identificata dal Codice POD (dell’inglese Point Of Delivery), un codice europeo che determina in modo preciso dov’è ubicato il punto di prelievo dell’energia. Subito sotto si può trovare il Numero di Presa, che identifica il collegamento del contatore al punto di distribuzione, ma questa voce non è sempre presente. Non c’è bisogno di ricordare questi dati: per ogni eventuale comunicazione con il fornitore, basta che abbiate a disposizione il vostro Numero Cliente.
 
In seguito i numeri per il Servizio Clienti, Segnalazione Guasti, Informazionie Reclami Scritti.
 
Il riquadro centrale e più visibile della bolletta è quello dove si trova il Totale da Pagare, la Data di Scadenza, il Numero e la Data del documento, il Periodoa cui fa riferimento l’importo e la situazione dei precedenti pagamenti.

Che offerta e che tipo di contatore ho?

Sotto il quadro centrale a sinistra, troverete un riquadro con il Riepilogo del vostro contratto: l’Uso (domestica, residente o non residente),
la Tipologia dell’Offerta che avete scelto e la Tensione di Fornitura;
la Potenza Contrattualmente Impegnata, cioè quella che avete richiesto alla data della stipula del contratto;
la Potenza Disponibile invece è la massima potenza prelevabile, oltre alla cui il contatore scatterà e si dovrà procedere alla sua riattivazione manuale. La potenza disponibile corrisponde alla potenza contrattualmente impegnata aumentata del 10%.
la tipologia del contatore installato;
· se avete un Contatore Elettronico Gestito per Fasce (EF), vuol dire che è in grado di misurare la energia delle diverse fasce orarie (F1, F2, F3).
· Invece, il Contatore Elettronico Gestito Monorario (EM) non è capace di fare questo tipo di misurazioni.
· Se avete ancora un contatore del vecchio tipo verrà riportato come Contatore Tradizionale (T).
l’ultimo dato: il Consumo Annuo in kWh, ossia, il consumo fatturato degli ultimi 365 giorni rispetto al periodo indicato in bolletta.
 
A che periodo si riferisce la mia bolletta?
Sotto questo riquadro ne troverete un altro: il Riepilogo Letture e Prelievi, ossia il periodo a cui si riferiscono i consumi della vostra fattura.
La prima colonna del riquadro contiene la lettura iniziale o Lettura Precedente e la seconda si riferisce a quella finale, indicata come Lettura Attuale.
Fate attenzione che sotto quest’ultima voce troverete la parola “Rilevata” se è stata presa direttamente dal contatore, “Stimata” se calcolata dal fornitore come la migliore stima dei consumi storici in mancanza di letture rilevate o “Autolettura” se è stata comunicata da voi.
A questo proposito se desiderate evitare consumi “stimati” (che sono comunque sempre in eccesso) dovete comunicare nei giorni previsti al numero verde la lettura reale del contatore, e quini sarete sicuri di pagare quello consumato. (evitando di anticipare somme senza corrispettivo di interessi alle varie compagnie!)
Nell’ultima colonna si trova il Consumo di riferimento della bolletta espresso in kWh (chilowatt/ora).
Se il vostro contatore è programmato per rilevare i consumi in fasce orarie, troverete tre letture: F1, F2 ed F3; nelle varie fasce; quei prezzi differenziati vengono concessi solo se si ha una tariffa a maggior tutela bioraria.
In breve, La voce Totale Energia Elettrica Fornita ed Imposte è la somma del Totale Servizi di Vendita, Totale Servizi di Rete e Totale Imposte(quest’ultima non è sempre presente).
Alla cifra così calcolata viene aggiunta l’Iva del 10%, per ottenere il Totale della Bolletta.
 
Imparare a leggere la bolletta consente al cliente di conoscere la sua situazione energetica, per eventualmente cambiarla cercando la tariffa energia elettrica più conveniente.
 
Comunque fate attenzione alle offerte che i vari fornitori Vi propongono, poiché gli sconti e le promozioni sono esclusivamente su una sola parte della bollette cioè sulla Quota Energia, il trasporto il dispacciamento e le tasse sono uguali per tutti!
 
Ma soprattutto siate Voi consumatori a scegliere, sapendo che comunque i risparmi alla fine saranno sempre contenuti e non accettate offerte e imposizioni di nessuno.
 
Tenete di conto dei Vs. dati sensibili, non comunicandoli a nessuno senza firmare moduli in bianco, senza far vedere a nessuno le Vs. bollette, e diffidando da telefonate o visite che vi regalano, perché Donato è morto e Regalo sta male.
 
Ultimamente abbiamo avuto segnalazioni da dei consumatori, che oltre all’aggressività ormai già denunciata di promotori senza scrupoli (firme apocrife contratti mai compilati ecc), anche di telefonate che spacciandosi per L’autorità Garante dell’energia e del Gas chiedono dati sensibili adducendo che hanno diritto a sconti sull’energia!!!!!!
 
A.E.C.I. ha segnalato il tutto alle autorità competenti ed invita i consumatori alla massima attenzione, invitando chi fosse incappato in questa nuova “trappolona” a comunicarcelo senza indugi e timori.

BANCA POPOLARE DI MILANO: A.E.C.I. PRONTA A FAR RESTITUIRE IL 100%

AECI invita tutti i consumatori a NON accettare i Protocolli d’intesa dettati dalla Banca alle Associazioni di Consumatori: il rischio è quello di perdere i vostri soldi.

CONVERTENDO BPM 2009/2013 – 6,75% rischia di diventare un bagno di sangue per i consumatori risparmiatori. I circa 15.000 piccoli risparmiatori, clienti della Banca Popolare di Milano, che hanno accettato i consigli della propria banca e hanno sottoscritto il prestito obbligazionario chiamato “Convertendo 2009/2013 6,75%” e hanno visto convertire le proprie obbligazioni in azioni della Banca Popolare di Milano rischiano nella migliore delle ipotesi di rivedere il 65% del capitale investito, nella peggiore di PERDERE TUTTO.
associazione di consumatori roma
Per ogni 100 euro di obbligazione sottoscritta, hanno ricevuto 36,9 azioni della banca che sono arrivate ad avere ciascuna un valore di 0,3 euro, quindi circa 11 euro ogni 100. Una perdita pari all'89% del capitale iniziale sottoscritto.
 
Nessun risparmiatore se correttamente informato dalla propria banca e con un minimo di senno, avrebbe mai sottoscritto un investimento così negativo.

La Banca Popolare di Milano ha firmato un PROTOCOLLO D'INTESA con 3 associazioni di consumatori (Adiconsum, Adoc e Federconsumatori) – ma aperto anche ad altre associazioni - per predisporre dei tavoli di conciliazione relativi al caso del "CONVERTENDO BPM 2009/2013 – 6,75%" e chiedere rimborsi sulle perdite delle obbligazioni.
 
Questi tavoli di conciliazione non tutelano assolutamente i cittadini e le Associazioni di Consumatori non dovrebbero essere complici.
In cosa consiste il PROTOCOLLO D’INTESA? E, soprattutto, cosa ne ricavano le Associazioni dagli accordi con la Banca che ha ingannato il risparmiatore?
 
Vediamo quali sono le specifiche del Protocollo d’intesa firmato per la procedura di conciliazione paritetica.

Con il Protocollo d’Intesa possono accedere alla conciliazione:
  • i clienti persone fisiche che, nel periodo compreso tra il 7 settembre 2009 ed il 30 dicembre 2009, hanno sottoscritto obbligazioni del Convertendo presso una filiale delle Banche del Gruppo BPM (ossia, oltre alla Capogruppo, la Banca di Legnano – incorporante la CR Alessandria – e la Banca Popolare di Mantova);
  • i clienti persone fisiche che, nel periodo compreso tra il 15 giugno 2009 ed il 16 luglio 2009, hanno acquistato diritti di opzione su obbligazioni del Convertendo presso una filiale delle Banche del Gruppo BPM.
Sono invece esclusi dalla procedura gli investitori istituzionali e coloro che, essendo già azionisti di BPM, abbiano esercitato i propri diritti di opzione spettanti in relazione alle obbligazioni del Convertendo nel periodo compreso tra il 15 giugno 2009 ed il 3 luglio 2009 o abbiano acquistato, in qualunque momento, ulteriori diritti di opzione a integrazione di quelli loro assegnati, nonché i clienti che hanno acquistato il Convertendo in internet.
 
Un’apposita Commissione di Conciliazione (composta da un rappresentante della Banca e da uno dell’Associazione di Consumatori) valuterà ciascuna domanda e la posizione del cliente sarà ricondotta in una delle seguenti CATEGORIE previste dal Protocollo:
  • CATEGORIA A: rimborso massimo sino al 100% della perdita (cioè, la banca ha torto);
  • CATEGORIA B: rimborso massimo sino al 60% della perdita (cioè, la banca ha torto, ma non in maniera così evidente);
  • CATEGORIA C: nessun rimborso (cioè, la banca può dimostrare di non aver torto ANCHE SE ha fatto firmare al cliente delle proposte indecenti).
In caso di accettazione della proposta, il pagamento della somma pattuita è previsto entro 30 giorni lavorativi dall’accettazione. Se la proposta non dovesse invece essere accettata, il cliente riprenderà piena libertà di adottare tutte le iniziative che riterrà più opportune.
 
ATTENZIONE AI CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA PERDITA per l’eventuale rimborso in sede di conciliazione stabiliti dal Protocollo d’Intesa:
  • CATEGORIA A (cioè quando la Banca perderebbe di sicuro in Tribunale): al massimo il 65% del valore nominale dell'obbligazione;
  • CATEGORIA B: al massimo il 39% del valore nominale dell'obbligazione.
  • CATEGORIA C (cioè quando non è dimostrabile la responsabilità la Banca): nessun rimborso.
SEGNALIAMO CHE L’ESPRESSIONE "AL MASSIMO" IMPLICA CHE SOLO NEI CASI PIÙ GRAVI SI ARRIVERÀ A QUELLE CIFRE, NELLA MAGGIORANZA DEI CASI, OVVIAMENTE, SARÀ MOLTO MENO.

LE PERCENTUALI DI RECUPERO SONO INACCETTABILI. A.E.C.I. NON VUOLE ACCETTARE COMPROMESSI E RICATTI.
Per ogni reclamo analizzato (che si concluda con o senza risarcimento) le associazioni firmatarie riceveranno verosimilmente un "rimborso spese" quantificato con "accordi separati" e quindi non pubblici.
I diritti del consumatore risparmiatore devono essere tutelati innanzitutto e soprattutto.
 
La CONSOB era già intervenuta contro la Banca Popolare di Milano: con la Delibera n. 17077 del 20 novembre 2009 infatti ingiungeva alla BPM di “porre termine immediatamente alle irregolarità” riscontrate nel pacchetto venduto che sono dettagliatamente indicate nel lungo provvedimento e successivamente i vertici della società sono stati multati per queste vicende.
 
La CONSOB ha inoltre accertato che la BPM abbia commesso un’impressionante serie di violazioni delle regole di comportamento degli intermediari finanziari. Al di sopra di tutto la NON CORRETTA INFORMAZIONE AI CLIENTI sul prodotto venduto e la MANCATA VERIFICA che la proposta fosse adeguata al profilo del cliente.

Infine, cosa ancora più grave, i dipendenti della BPM per collocare il CONVERTENDO BPM 2009/2013 – 6,75% - spinti forse dai pressanti budget di vendita che avevano e obiettivi di performance - spesso modificavano il profilo di rischio immediatamente prima dell'operazione per renderlo artificiosamente compatibile con l'elevato grado di rischio del prodotto.
Oltre la metà delle operazioni osservate dalla Consob considerate dalla banca come adeguate avevano visto il profilo del cliente essere modificato poco prima.
 
SI INDIVIDUA DUNQUE UNA GRAVE VIOLAZIONE DEL PROPRIO CODICE DEONTOLOGICO E DELLE REGOLE DEL MERCATO.
 
Qualche mese fa poi è stato arrestato l’ex Presidente della BPM Massimo Ponzellini.
 
Ora la BPM avverte l’odore di esose richieste di rimborso e risarcimenti da parte delle migliaia di risparmiatori e cerca di correre ai ripari firmando ridicoli e nocivi Protocolli d’Intesa con le Associazioni di Consumatori.

Il caso CONVERTENDO BPM 2009/2013 – 6,75% è ancora una volta la dimostrazione di un’assenza endemica di uno Stato che dovrebbe porsi a tutela dei consumatori e non dei furbi.
 
Le Autorità di Controllo del Mercato dovrebbero controllare e bloccare i comportamenti che ledono i diritti dei consumatori. Inutile fare un lungo elenco di situazioni similari? PARMALAT, BOND ARGENTINA, CIRIO, GIACOMELLI, TRUST TRA LE ASSICURAZIONI, INTERESSI ANATOCISTICI sono solo gli ultimi casi che hanno visto lo Stato difendere prima di tutto Banche, Assicurazioni e lobby di potere, a danno di consumatori che hanno visto sfumare i risparmi di una vita.
 
A.E.C.I. già con il caso Aiazzone/Fiditalia NON accettò i Protocolli d’Intesa che la Finanziaria Fiditalia aveva fatto sottoscrivere alla solite note Associazioni di Consumatori e che avrebbero ridato solo il 50% dei soldi indebitamente ricevuti. In quel caso la battaglia di A.E.C.I. fu lunga e dura, ma portò in tasca dei consumatori il 100% dei soldi versati.
 
In ogni caso A.E.C.I. accetterà protocolli di conciliazione esclusivamente a fronte della restituzione del 100% dell’importo finanziato. In caso contrario, invece, adirà a tutte le iniziative necessarie affinché vengano rispettati i diritti dei consumatori.

Per tale motivo invitiamo i sottoscrittori di CONVERTENDO BPM 2009/2013 – 6,75% di valutare bene prima di aderire a Protocolli d’intesa lesivi e nocivi.

SUGGERIMENTI OPERATIVI SUL COSA FARE:
- Inviare raccomandata a/r alla Banca Popolare di Milano (Filiale e Centrale) con la richiesta della restituzione dell’intero importo e risarcimento danni;
- Contattare gli esperti A.E.C.I. della sede più vicina a voi.

venerdì 21 settembre 2012

CONDOMINI: L'ACCESSO AI DISABILI E' AGEVOLATO

Le barriere architettoniche sono ostacoli di natura fisica che non consentono alle persone disabili di accedere liberamente o facilmente agli edifici. Eliminarle, quindi, vuol dire levare di mezzo un ostacolo alla piena fruibilità di uno stabile. La configurazione proprietaria dell'edificio incide, e non poco, sulle modalità attraverso cui è possibile giungere all'eliminazione dei suddetti ostacoli: molto probabile che per l'eliminazione delle barriere architettoniche sia necessario porre in essere opere innovative nelle parti comuni degli edifici. Sono classici gli esempi dell'installazione di un ascensore o di un servoscala.

In questi casi la legge cui fare riferimento è la numero 13 del 1989 e in particolare l' articolo 2. Secondo questa disposizione, le decisioni riguardanti l'eliminazione delle barriere architettoniche possono essere prese con maggioranze semplificate ma comunque differenziate a seconda che si tratti di prima o seconda convocazione.
Per l'adozione di questa deliberazione, tale almeno è l'indicazione fornita dalla prassi, non è necessario che la persona disabile sia anche condomina. L'assemblea, in sostanza, può deliberare l'eliminazione delle barriere anche solo per rendere pienamente fruibili le parti comuni dell'edificio.

A fronte dell'inerzia o del rifiuto dell'assise condominiale, inoltre, chi ne ha bisogno e ne abbia fatto richiesta può provvedere personalmente all'installazione di strutture amovibili che consentano o rendano più agevole l'accesso agli edifici. In ogni caso, infine,
gli interventi in esame non devono recare pregiudizio al decoro, alla sicurezza, alla stabilità dell'edificio, né possono comprimere i diritti sulle parti comuni anche solamente di un comproprietario; resta ferma la possibilità per chi non ha partecipato fin dall'inizio alla realizzazione dell'opera di subentrare successivamente nel suo uso.
A ogni modo, è doveroso evidenziarlo, l'eliminazione delle barriere architettoniche non è materia di competenza esclusiva dell'assemblea. Detto diversamente: dato che ogni condomino è, per definizione, comproprietario delle parti comuni dell'edificio, egli può sempre agire di propria iniziativa (con spese a proprio carico) per la rimozione degli ostacoli strutturali. Grimaldello normativo che lo consente è l'art. 1102 del Codice civile. Secondo questa norma, infatti, tutti i condomini possono usare le cose comuni nel modo più consono ai loro bisogni purché ciò non limiti il pari diritto di ogni altro comproprietario e dovendo sempre evitare che eventuali interventi sulla struttura dell'edificio rechino pregiudizio al decoro, alla sicurezza e alla stabilità dell'edificio.
Così, ad esempio, se l'unica possibilità per un condomino di accedere alla propria abitazione è rappresentata dall'installazione di un ascensore e ciò non comporta alcun pericolo, egli avrà diritto di installare quell'impianto e gli altri condomini saranno tenuti a sopportare il disagio, che deve sempre restare minimo, che quell'opera potrebbe arrecare. Questo nella sostanza, è quanto ha affermato la Cassazione nella sentenza n. 2156 del 14 febbraio 2012. Quindi, secondo i giudici di legittimità, in materia di uso dei beni comuni, da parte del singolo condomino, correlato all'eliminazione delle barriere architettoniche, per coniugare esigenze della proprietà e della salute e diritto degli altri comproprietari sulle cose comuni, le prime devono assumere maggior valore senza, tuttavia, che ciò significhi totale compressione di quest'ultimo.
Questa valutazione, hanno chiarito i giudici, deve essere fatta caso per caso e anche l'assemblea condominiale deve tenerne conto, nel deliberare sull'uso delle cose comuni da parte dei singoli condomini.

AGENZIA DELLE ENTRATE: MEDIARE DI PUO' ANZI... SI DEVE

Al via, dal primo aprile scorso, la mediazione tributaria per i contenziosi con Agenzia delle Entrate del valore non superiore a 20mila euro: sarà inammissibile il ricorso proposto senza la preventiva presentazione dell'istanza di annullamento (totale o parziale) dell'atto di competenza delle Entrate(1).

Cos'è la Mediazione Tributaria?
Illustrata con la circolare n. 9/E del 19 marzo scorso (2), la mediazione tributaria è un nuovo istituto
deflattivo del contenzioso tributario.
Si tratta di uno strumento orientato al dialogo con il contribuente e ad una logica risolutiva legittima e trasparente che sottende a rimuovere in via preventiva e immediata gli eventuali profili di illegittimità e infondatezza degli atti, evitando l’instaurazione del giudizio e contribuendo direttamente al miglioramento della qualità dell’azione amministrativa.

La norma prevede che, per le controversie di valore non superiore a 20mila euro, concernenti atti dell'Agenzia delle Entrate notificati a decorrere dal 01 aprile 2012, la proposizione del ricorso innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale (CTP) deve essere preceduta dalla presentazione di un’istanza di annullamento (totale o parziale) dell’atto stesso alla competente struttura dell’Agenzia delle Entrate.
La presentazione della preventiva istanza di annullamento è obbligatoria, nel senso che il ricorso giurisdizionale eventualmente proposto senza aver dato avvio al procedimento amministrativo è inammissibile per espressa disposizione del comma 2 dell’articolo 17-bis; l’inammissibilità è rilevabile in ogni stato e grado del giudizio.
L’istanza del contribuente deve contenere il ricorso che si intende proporre alla Commissione tributaria provinciale e la domanda di annullamento dell’atto, formulata sulla base degli stessi motivi di fatto e di diritto contenuti nel ricorso. Inoltre, al contribuente è riconosciuta la facoltà di avanzare una vera e propria proposta di mediazione, consistente nella richiesta di rideterminazione dell’ammontare della pretesa tributaria.
La presentazione dell’istanza, che va effettuata entro gli stessi termini e con le medesime modalità stabilite per l’impugnazione dell’atto innanzi alla CTP, vale come notificazione del ricorso. Ne deriva che il contribuente – qualora intenda adire il giudice a seguito di esito negativo del procedimento di mediazione – è tenuto unicamente a costituirsi in giudizio depositando presso la segreteria della Commissione tributaria l’istanza proposta.
Il nuovo istituto non determina, quindi, ulteriori adempimenti a carico dei contribuenti intenzionati a opporsi alla pretesa tributaria
La mediazione tributaria può concludersi con un accordo ovvero con il diniego dell'accordo.
Vediamoli separatamente:

L'accordo di mediazione
La conclusione della mediazione avviene tramite la sottoscrizione di un accordo, per effetto del quale le sanzioni eventualmente dovute sono ridotte al 40% (tale riduzione è determinata dall’applicabilità dell’articolo 48 del Dlgs 546/1992, stabilita dal comma 8 dell’articolo 17-bis).
La circolare evidenzia, oltre all’ipotesi di rideterminazione della pretesa, la possibilità di un accordo di mediazione che confermi integralmente il tributo contestato con l’atto impugnato, cui consegue, comunque, la riduzione delle sanzioni al 40%.
L’accordo si perfeziona con il pagamento dell’intero importo dovuto ovvero della prima rata in caso di rateizzazione (trattandosi di controversie di valore non superiore a 20mila euro non sono ammesse più di 8 rate), effettuato entro 20 giorni dalla sottoscrizione, mediante versamento diretto, anche tramite compensazione, utilizzando il modello F24. Infatti, in applicazione dell’articolo 48, comma 3, del Dlgs 546/1992, il versamento delle somme dovute a seguito di mediazione può avvenire “in un massimo di otto rate trimestrali di pari importo ovvero in un massimo di dodici rate trimestrali, se le somme dovute superano i 50.000 euro”.
Il diniego
In assenza dei presupposti per l’annullamento dell’atto o per la conclusione della mediazione, l’ufficio comunica al contribuente il provvedimento di diniego, dove sono esposte le ragioni di fatto e di diritto su cui si fonda la pretesa tributaria e sono descritte le attività svolte nel corso del procedimento di mediazione.
Il diniego è atto non impugnabile, atteso che, in ogni caso, il contribuente è tutelato dalla facoltà di costituirsi in giudizio attraverso il deposito del ricorso.
La costituzione in giudizio
Il comma 9 dell’articolo 17-bis prevede che “Decorsi novanta giorni senza che sia stato notificato l’accoglimento del reclamo o senza che sia stata conclusa la mediazione, il reclamo produce gli effetti del ricorso. I termini di cui agli articoli 22 e 23 decorrono dalla predetta data. Se l’Agenzia delle entrate respinge il reclamo in data antecedente, i predetti termini decorrono dal ricevimento del diniego. In caso di accoglimento parziale del reclamo, i predetti termini decorrono dalla notificazione dell’atto di accoglimento parziale”.
Pertanto, il termine di 30 giorni per la costituzione in giudizio del ricorrente, contenuto nell’articolo 22 del Dlgs 546/1992, inizia a decorrere dal giorno successivo:
  • a quello di compimento dei 90 giorni dal ricevimento dell’istanza da parte della Direzione provinciale o regionale, quando non sia stato emesso il provvedimento di accoglimento ovvero non sia stato concluso l’accordo di mediazione
  • a quello di notificazione del provvedimento con il quale viene respinta l’istanza prima del decorso dei predetti 90 giorni
  • a quello di notificazione del provvedimento con il quale l’ufficio, prima del decorso dei 90 giorni, accoglie parzialmente l’istanza.
All’indicato termine di 90 giorni per l’esame dell’istanza non si applica la sospensione feriale dal 1° agosto al 15 settembre, prevista dall’articolo 1 della legge 742/1969, che opera per i termini di natura processuale, tra i quali quello previsto per la costituzione in giudizio delle parti.



(1) oggetto della mediazione tributaria possono essere controversie derivanti da avvisi di accertamento ovvero da qualsiasi atti impugnabile emessi dall’Agenzia delle Entrate, compresi i dinieghi espressi o taciti di rimborso e le iscrizioni a ruolo. Tra tali atti deve intendersi compreso anche il rifiuto tacito alla restituzione di tributi, sanzioni, interessi o altri accessori; in particolare, per le controversie riguardanti i rifiuti taciti, il nuovo procedimento si applica se, alla data del 1° aprile 2012, non sono ancora decorsi 90 giorni dalla data di presentazione dell’istanza di rimborso
(2) Istituto introdotto con il D. 198/2011 (articolo 39 comma 9)

ENI: CONCILIAZIONE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE

Con la firma fra Eni e le Associazioni dei Consumatori aderenti al Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (CNCU) del nuovo Regolamento di Conciliazione i clienti Eni di tutto il territorio nazionale potranno utilizzare lo strumento della Conciliazione anche nel settore elettrico.

Terminato il processo di sperimentazione, avviato lo scorso febbraio nel settore elettrico e valido solo in alcune regioni d'Italia, ora la nuova procedura conciliativa viene estesa a tutti i clienti Eni, su tutto il territorio nazionale quale strumento rapido, semplice ed efficace per la risoluzione stragiudiziale delle controversie.

Fra le novità, l'introduzione di compensazioni economiche in caso di ritardi nello svolgimento della procedura conciliativa o nel caso di una non corretta applicazione della tariffa elettrica ai clienti Eni o in altre casistiche specifiche.

Con il nuovo Regolamento di Conciliazione, Eni e le Associazioni dei consumatori puntano anche a snellire le tempistiche nella risoluzione delle domande di Conciliazione, ad eliminare progressivamente i vincoli nell'accettazione delle stesse e ad accrescere sempre più le competenze dei conciliatori, mediante una formazione ancora più approfondita e mirata.

Successivamente saranno introdotti, in accordo con le Associazioni dei consumatori, ulteriori strumenti di comunicazione più efficaci, in grado di veicolare al meglio la moderna cultura conciliativa.

COMSUMO: COME RISPARMIARE FINO A € 3.500,00 SULLA SPESA FAMIGLIARE


 In questo periodo di marcata recessione, vorremo richiamare l'attenzione degli utenti verso il tangibile risparmio economico che ogni utente può ottenere con dei piccoli accorgimenti comportramentali che orientano il consumatore al CONSUMO CONSAPEVOLE.
Il dato pubblicato dall'ISTAT per la spesa media di una famiglia (nel paniere vengono considerati beni alimentari, prodotti per l'igiene personale e per la casa) si attesta, come valore medio, attorno ai 6.372,00 euro all'anno: il 20% del bilancio totale annuo familiare. (1)
 
Il primo passo verso un acquisto ponderato: soffermarsi a leggere l'etichetta.
 
Potremmo scoprire, e non dovremmo rimanere sorpresi, che le fettebiscottate della Coop sono prodotte negli stabilimenti della Colussi, che il panettore ed il pandoro della Conad sono della Paluani, che la carne in scatola di Carrefour è della Kraft/Simmental...(2)
In alcuni casi, è vero, i prodotti differiscono realmente (e facciamo riferimento alle materie prime ed agli ingredienti) ma nella maggioranza dei casi il prodotto è lo stesso...
Eppure fra gli scaffali del nostro supermercato di fiducia possiamo trovare lo stesso prodotto con marca e prezzo diversi.
Approffittare dei margini di risparmio offerti da sconti, primi prezzi o scegliendo gli hard discount per trovare i prodotti non di marca permette di risparmiare sino a € 3.500,00 all'anno.
(1) Prendiamo spunto dalla 23° inchiesta condotta da Altroconsumo
(2) Prendiamo spunto da un articolo molto interessante pubblicato sul sito ioleggoletichetta (a cui rimandiamo la curiosità di ogni lettore) e da quanato stilato da Altroconsumo nel 23° aopuntamento annuale con l'inchiesta sulla grande distribuzione.

FAMIGLIE SOVRAINDEBITATE. PROGETTO ABI PUO' RIVELARSI UN BUON SALVAGENTE

La nostra associazione di consumatori assiste persone e famiglie in difficoltà. La nostra assistenza prevede uno studio della situazione economica della famiglia, del fabbisogno economico ed un'analisi del sovraindebitamento.
L'analisi porta a trovare soluzioni innanzitutto agendo, grazie ai rapporti con banche e finanziarie che la nostra associazione detiene da tempo, sul sovraindebitamento. Un piano di rientro rimodulato sulle necessità del nostro tesserato e/o un saldo e stralcio a chiusura della posizione debitoria sono le soluzioni che si possono trovare. Agito sul sovraindebitamento la nostra assistenza passa all'analisi del fabbisogno mensile per individuare azioni mirate che possono produrre risparmio immediato. Spesso il sovraindebitamento è infatti frutto di disorganizzazione o di strascichi finanziari che, con l'andare del tempo, pesano sempre di più sulle spalle delle famiglie.
Il percorso Famiglia ideato dall'ABI in concerto con il Governo potrebbe essere un valido aiuto per soluzioni del genere.
PROGETTO FAMIGLIA
associazione di consumatori romaAl via “Percorso Famiglia”, il nuovo pacchetto di misure per il sostegno ai nuclei in difficoltà nell’attuale congiuntura economica. Tra queste la proroga della sospensione dei mutui e il rinnovo del Fondo nuovi nati. Lo hanno annunciato nel corso di una conferenza stampa, il 31 luglio a Roma, il Ministro della cooperazione internazionale e dell’integrazione, con delega alla famiglia, Andrea Riccardi; il Presidente dell’ABI, Giuseppe Mussari; le Associazioni dei consumatori firmatarie dell’Accordo (Acu, Adiconsum, Adoc, Asso-Consum, Assoutenti, Casa del consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega consumatori, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino, Unione nazionale consumatori).
La necessità dell’iniziativa, siglata in un Protocollo d’intesa tra ABI e Consumatori, si sviluppa in un quadro di perdurante debolezza dell’economia italiana: domanda di consumi ed investimenti in calo, disoccupazione – soprattutto giovanile – tendenzialmente in aumento. Il disagio delle famiglie di fronte alla crisi impone di realizzare interventi a supporto della loro sostenibilità finanziaria, passando da misure di carattere contingente e settoriale a misure di tipo strutturale e globale.
La novità di “Percorso Famiglia” è, quindi, un cambiamento di approccio rispetto agli interventi sperimentati negli ultimi 2 anni. Si tratta infatti di un progetto utile a sostenere la famiglia in tutte le fasi di vita della stessa.
PERCORSO FAMIGLIA
Il progetto si sostanzia nel promuovere presso i ministeri competenti i seguenti interventi:
Fase di costituzione della famiglia: acquisto della casa. Modifica del regolamento del Fondo per la casa per rilanciare un’iniziativa che potrebbe liberare circa 1 miliardo di euro di mutui per le giovani coppie italiane (delle quali una dei due almeno con un contratto di lavoro “atipico”). Ciò per rendere lo strumento in linea con l’attuale situazione del mercato dei tassi, al contempo rendendo più semplice l’accesso alla misura..
Fase di realizzazione del progetto famiglia: sostegno alla nascita dei figli. Attuazione della proroga triennale del “Fondo nuovi nati” in vigore dal 2009. Ciò mobiliterebbe finanziamenti per circa 400 milioni di euro.
Fase di crescita della famiglia: sostegno allo studio dei figli. Modifica del regolamento del “Fondo studenti” per evitare eccessive difficoltà nell’erogazione dei finanziamenti. Tali piccole modifiche aprirebbero a finanziamenti per circa 400 milioni di euro.
Fase di maturità della famiglia: proroga della sospensione dei mutui. Soluzione per le famiglie che hanno difficoltà a pagare le rate dei mutui. La misura – che ha ormai 3 anni e che è stata realizzata in collaborazione con numerose Associazioni dei consumatori – consente di sospendere le rate dei mutui per 1 anno in caso di perdita del posto di lavoro (o cessazione del contratto a termine); entrata in cassa integrazione; morte o grave infortunio. ABI e Consumatori si impegnano ad individuare misure a sostegno delle famiglie che – uscendo dalla moratoria – non riescono ancora a far fronte alle rate.
Solo con poche modifiche normative e regolamentari, “Percorso Famiglia” complessivamente potrebbe liberare liquidità per un ammontare di circa 2.5 miliardi di euro (senza gravare su bilanci dello Stato).
Al via quarta proroga su SOSPENSIONE RATE DEI MUTUI
Prorogato al 31 gennaio 2013 il termine di presentazione delle domande per la sospensione delle rate dei mutui.
ABI e Associazioni dei consumatori hanno concordato che:
l’arco temporale entro il quale si devono verificare gli eventi che determinano l’avvio della sospensione è prorogato al 31 dicembre 2012;
le domande possono essere presentate entro il 31 gennaio 2013;
sulla base delle disposizioni di vigilanza per le banche, per l’accesso alla misura di sospensione, l’arco temporale per la definizione di ritardo nel pagamento delle rate è rimodulata a 90 giorni;
alla sospensione delle rate dei mutui potranno essere ammesse soltanto le operazioni che non ne abbiano già fruito.
Nel frattempo, parliamo di una misura per famiglie in difficoltà unica in Europa, secondo gli ultimi dati disponibili, al 31 marzo 2012, le banche hanno sospeso circa 68.000 mutui, pari a oltre 8 miliardi di debito residuo, garantendo ai nuclei interessati una liquidità aggiuntiva di 513 milioni di euro (circa 7.000 euro a famiglia). Per la notevole rilevanza che i mutui hanno nella vita delle famiglie, le parti proporranno soluzioni per superare i fattori d’impedimento tecnico alla piena attuazione delle normative sulla portabilità dei mutui e collocamento delle polizze assicurative.
Rinnovo FONDO NUOVI NATI
Primo obiettivo del “Percorso Famiglia” già raggiunto. Prorogate le opportunità di finanziamento per le famiglie con bambini nati o adottati nel 2012, 2013 e 2014. È quanto stabilito in un Protocollo d’intesa tra il Ministero della cooperazione internazionale e dell’integrazione, con delega alla famiglia, e l’ABI. Iniziativa già in vigore dal 2009 per favorire l’accesso al credito delle famiglie con un figlio nato o adottato nell’anno di riferimento. L’intesa stabilisce che banche e intermediari aderenti estenderanno tale possibilità anche al triennio in corso.
Il Fondo nuovi nati, con una dotazione patrimoniale di 25 milioni di euro, finanzia un importo massimo pari a 5.000 euro di durata non superiore a 5 anni, con un tasso agevolato non superiore al 50% del Tegm (tasso medio) sui prestiti personali. Ad oggi ha garantito, a prima richiesta per un importo pari al 50% del finanziamento, oltre 24.000 operazioni per un controvalore di prestiti erogati superiore a 120 milioni di euro.

A.E.C.I. FELTRE, nello sportello di Via Peschiera n. 21, rimane a Vostra disposizione per ogni informazione o per una consulenza.
Contattaci per un appuntamento al numero 347 7421260, mandaci un fax al numero 0439 300030 o, se preferisci, inviaci una mail all'indirizzo feltre@euroconsumatori.eu

EQUITALIA... NULLE LE CARTELLE NOTIFICATE A MEZZO POSTA

La Commissione tributaria provinciale di Vicenza ha emesso due sentenze in cui accoglie altrettanti ricorsi in cui si contestava la notifica della richiesta di pagamento tramite il servizio postale

Forse questa notizia avrebbe potuto evitare alcuni dei tanti drammi degli ultimi tempi, fra i quali decine e decine di atti estremi di persone disperate perché messe alle strette da un fisco e da un sistema di riscossione fondato su regole eccessivamente rigide e troppo avulse dalla realtà del tempo in cui viviamo. Regole che evidentemente non sono sempre correttamente applicate neanche dal principale riscossore dello Stato, la temibile Equitalia che soventemente viene bacchettata da sentenze delle varie commissioni tributarie sparse sul territorio nazionale.
Segnaliamo i significativi precedenti creati da due recentissime sentenze della Commissione tributaria provinciale di Vicenza (33/07/2012 e 37/07/12) che si dimostrano in linea con altre pronunce ultimamente apparse sulle cronache, non solo giuridiche. La Commissione tributaria del capoluogo veneto con le decisioni in questione ha ripercorso la giurisprudenza sulla legittimazione dell'agente della riscossione di notificare direttamente la cartella a mezzo posta ed è arrivata alla conclusione che tutte le multe spedite da Equitalia tramite posta, inclusa raccomandata A/R, e non notificate di persona dall’ufficiale dell’Ente di riscossione sono nulle.
Conseguenza chiara per un atto non ritualmente notificato e quindi di fatto giuridicamente inesistente sarebbe il diritto per il presunto debitore di non pagarlo. In buona sostanza, la semplice consegna via posta è da considerare illegittima poiché effettuata da un soggetto non autorizzato, con ciò palesandosi un vizio radicale.
Ciò significa che Equitalia è obbligata ad adempiere alla notifica mediante i soggetti ad esso abilitati per legge, ovvero ufficiali della riscossione, agenti di polizia municipale, messi di notificazione abilitati e messi comunali e non i postini.
La prima sentenza della Commissione tributaria provinciale di Vicenza (n. 3/07/2012) fa riferimento ad un caso in cui la cartella era stata emessa dopo la notifica di due precedenti accertamenti. Nel secondo caso invece (sentenza n. 37/07/12) la cartella è stata emessa sulla base di un controllo automatizzato. In entrambi i casi l’impugnazione dei ricorrenti si basava sull’illegittimità del mezzo di notifica a mezzo posta, a cui si aggiungeva peraltro la mancata compilazione della relazione di notifica. Per quanto riguarda la giurisprudenza della Corte di Cassazione, invece, la sentenza 14327/09, l'ordinanza 15948/10 e la sentenza 11708/11 - a parere dei giudici vicentini - non hanno mai ammesso che ciò sia possibile. In particolare, se letta bene, la prima sentenza lo ritiene ammissibile, ma si riferisce a una vicenda del 1984: la norma applicabile all'epoca conteneva l'inciso «da parte dell'esattore» poi successivamente eliminato. La seconda ordinanza affronta solo il problema della relazione di notifica ma non risponde al quesito relativo al potere di notifica diretta dell'agente della riscossione. La terza ha ritenuto legittima la notifica della cartella con raccomandata con avviso di ricezione ma non ha affrontato direttamente il problema se il concessionario sia, o meno, legittimato a eseguire tale tipo di notifica dopo l'ultima modifica (operata nel 1999) dell'articolo 26 del Dpr 602/73. I giudici tributari hanno inoltre specificato che la cancellazione dell'inciso «da parte del l'esattore» rileva come il legislatore abbia voluto escludere il concessionario dal novero dei soggetti abilitati alla notifica della cartella esattoriale tramite raccomandata con avviso di ricezione. Pertanto, spetta ad Equitalia accertare che l’ufficiale addetto alla riscossione riceva la cartella e adempia alla compilazione della notifica, specificando l’ufficio postale di partenza. Nei casi affrontati dalla commissione tributaria di Vicenza sono stati accolti i ricorsi attraverso un’interpretazione letteraria e sistematica della norma: si potrebbe semplificativamente dire che le somme dovute non siano mai state richieste da Equitalia. Va da sé che nel caso di sanzioni, tributi e multe assai datate, una delle ovvie conseguenze potrebbe essere quella della prescrizione del debito e quindi l’impossibilità definitiva per la PA di richiedere le relative somme.
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(articolo tratto da Spinelli Fabrizio - AECI TOSCANA e consultabile integralmente all'indirizzo http://www.euroconsumatori.eu/leggiarticolo.php?id=320)