giovedì 15 dicembre 2016

BOLLO AUTO PIU’ CARO SE PAGATO CON CARTA DI CREDITO 3 MILIONI DI MULTA AD ACI

Risultati immagini per immagini aciSanzione da tre milioni di euro per l’Aci per non aver rispettato il Codice del Consumo che sancisce il divieto assoluto di imporre spese aggiuntive ai consumatori per l’utilizzo di determinati strumenti di pagamento, come carte di credito o bancomat. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso un’istruttoria nei confronti dell’Automobile Club d’Italia e della società da questo controllata Aci Informatica S.p.A., applicando l’articolo 62 del Codice del Consumo all’esito del procedimento è stato accertato che l’Automobile Club d’Italia e Aci Informatica S.p.A. applicano una commissione aggiuntiva ai consumatori che pagano la tassa automobilistica con carta di credito o bancomat. Tale commissione, pertanto, si somma all’importo fisso di 1,87 euro che remunera il costo del servizio di riscossione del bollo.  In particolare, il servizio di pagamento online del bollo auto sul sito di ACI www.aci.it (c.d. Bollonet) prevede una maggiorazione del 1,2% sulla somma pagata per l’utilizzo della carta di credito. Per il pagamento con bancomat presso le delegazioni ACI dislocate sul territorio, invece, è dovuta una commissione in misura fissa pari a 0,20 euro.
Prima della conclusione del procedimento, le parti coinvolte nell’istruttoria hanno ridotto la commissione richiesta per il pagamento del bollo con carta di credito sul sito www.aci.it ad un corrispettivo in cifra fissa pari a 0,75 euro. L’Autorità, tuttavia, non ha considerato cessata la condotta contestata in quanto ai sensi dell’articolo 62 del Codice del Consumo rileva l’applicazione in sé di detto sovrapprezzo a prescindere dall’entità dello stesso.
Per la violazione del citato articolo 62 è stata irrogata all’Automobile Club d’Italia e ad Aci Informatica S.p.A., in solido tra loro, una sanzione amministrativa pecuniaria di 2,8 milioni di euro. L’antitrust, inoltre, ha irrogato alle Parti una sanzione di 200 mila euro in relazione alle modalità ingannevoli con le quali - sul sito www.aci.it - sono state fornite informazioni circa il servizio Bollonet.

mercoledì 14 dicembre 2016

VENDITE A DOMICILIO....OCCHIO A NON FIRMARE IL CONTRATTO

La Sig.ra Maria (NDF) è stata contattata nel corso delle ultime settimane dall'agente di una società che decanta imperdibili promozioni e buoni sconto spendibili nei prossimi tre anni in un circuito societario.

In un momento di palese difficoltà economica, come quello in cui stiamo vivendo, ogni famiglia cerca di ridurre all'osso le spese e poi la Sig.ra Maria ha pensato che con questa allettante promozione potrebbe aiutare Sua nipote che è giovane, non riesce a trovare lavoro, deve pagare il mutuo e deve finire di arredarsi la camera della Sua prima pronipote.
Così la nostra Sig.ra Maria, animata dai migliori propositi, accetta di accogliere in casa Sua questo agente il quale Le spiega, con modi gentili e raffinati, che entrando in questo circuito commerciale è possibile attivare dei buoni sconto spendibili in qualsiasi tipo di prodotto per la casa nell'arco del trienno successivo.

Quest'agente chiede a Maria di apporre la propria firma, alle volte in più punti, su un semplice modulo colorato spiegando che si tratta di una sorta di adesione all'iniziativa promozionale e con tale firma Maria non solamente entra nel mondo dei fortunati possessori di buoni sconto, ma altresì potrà ricevere direttamente a casa Sua e dalle dirette mani di un agente esperto il catalogo dei prodotti.
Negli attimi concitati della sottoscrizione non c'è il tempo di leggere integralmente il documento.

Maria si sofferma alle prime righe ma il baldanzoso agente si propone di farLe un riassunto palesando la cortesia di evitare alla donna la lettura di un testo scritto in caratteri tanto microscopici.

Maria firma! E' animata dalla volontà di dare una mano a Sua nipote e, del resto, quel giovanotto tanto gentile che ha di fronte non le sembra nè uno sprovveduto nè un truffatore. Accetta il documento firmato e, senza nemmeno leggerlo lo conserva nel cassetto della credenza della cucina.
Un paio di settimane dopo suonano alla Sua porta di agenti... "E' arrivato il catalogo" pensa Maria.
In realtà con il catalogo Maria apprende che il famigerato modulo colorato non era l'adesione bensì un vero e proprio contratto di vendita di prodotti da catalogo. E scopre anche che il contratto prevedere un importo minino di spesa.

Maria entra nel panico, prova a sincerarsi con quegli agenti che cercano di pretendere la firma su un ordine con modi prepotenti e fastidiosamente arroganti.

Purtroppo in queste ultime settimane più persone si sono rivolte alla nostra Associazione raccontandoci le loro esperienze che abbiamo cercato di accomunare in questo racconto.
A tutti vogliamo dire che la nostra FIRMA deve essere trattata come una cosa sacra, una cosa di cui essere molto gelosi e che non deve essere apposta con troppa facilità.
Risultati immagini per vendite a domicilioPoi vogliamo rassicurare quanti hanno da poco vissuto una simile esperienza... è possibile chiedere l'annullamento del contratto basta esercitare il diritto di ripensamento nel modo corretto.
Consigliamo a tutti di segnalare l'accaduto al più vicino comando delle forze dell'ordine e, per quanti avessero bisogno, la nostra Associazione rimane a Vostra disposizione presso l'ufficio di Feltre (BL) al civico 1b di via Negrelli.
Contattarci ai nostri recapiti (tel|fax 0439300030 - mobile 3477421260 - mail feltre@euroconsumatori.eu) per fissare un appuntamento.

giovedì 3 novembre 2016

ISTRUTTORIA ANTITRUST SU VENETO BANCA PER ABBINAMENTO DI FINANZIAMENTI E TITOLI

ISTRUTTORIA ANTITRUST
SU VENETO BANCA PER ABBINAMENTO
DI FINANZIAMENTI E TITOLI 
Sulla base di informazioni acquisite ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento istruttorio per una presunta pratica commerciale scorretta nei confronti di Veneto Banca.
Risultati immagini per veneto bancaLa Banca avrebbe nei fatti condizionato l’erogazione di finanziamenti (mutui, tra i quali i cc.dd. “Mutui Soci”, prestiti personali, aperture di credito in conto corrente) a favore dei consumatori all’acquisto da parte degli stessi di proprie azioni.
In particolare, nel caso dei “Mutui Soci”, che prevedono condizioni economiche agevolate rispetto ai prodotti di mutuo ordinari, al fine di ottenere gli stessi i consumatori non soci sarebbero stati condizionati a: i) acquistare pacchetti minimi di azioni della Banca, necessari per diventare soci e poter accedere ai prodotti di mutuo in questione riservati ai soci e ii) non vendere tali pacchetti azionari, al fine di mantenere la qualifica di soci e conseguentemente non perdere le condizioni economiche agevolate.
Questa condotta potrebbe integrare una pratica commerciale scorretta, in quanto idonea a limitare considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori in relazione ai prodotti di finanziamento. L’indebito condizionamento connesso alla prospettazione di poter ottenere il finanziamento solo sottoscrivendo titoli appare infatti qualificabile come comportamento idoneo a fare assumere una decisione commerciale che il consumatore non avrebbe altrimenti preso e ciò a prescindere dal tipo di informazione resa sulle caratteristiche e sul grado di rischiosità del titolo abbinato.
Per accertare queste condotte, nella giornata di oggi i funzionari dell’Agcm hanno eseguito una serie di ispezioni nelle sedi della Banca, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Roma, 3 novembre 2016
fonte: www.agcom.it

giovedì 27 ottobre 2016

Canone Rai: il 31 ottobre deve pagare chi non ce l’ha in bolletta

Non hai ricevuto l‘addebito del canone Rai sulla bolletta della luce e, tuttavia, detieni ugualmente un televisore? Devi ugualmente pagare e lo devi fare entro 5 giorni. Scade infatti il 31 ottobre il termine di pagamento con F24 per tutti coloro che, ad esempio, sono in affitto o in comodato e non hanno il contratto della luce intestato, sono studenti universitari fuori sede che condividono lo stesso appartamento e l’utenza della luce è intestata solo a uno di questi, ecc.  A comunicarlo è la stessa Agenzia delle Entrate con un comunicato appena diffuso. Ma procediamo con ordine.
I cittadini che non hanno ricevuto l’addebito del canone tv 2016 nelle fatture per la fornitura di energia elettrica hanno tempo fino al 31 ottobre per effettuare il pagamento, utilizzando il modello F24. Tra i contribuenti che possono usare il modello F24 rientrano quelli non intestatari di un contratto di fornitura elettrica, quelli che risiedono in alcune isole non interconnesse con la rete elettrica nazionale e coloro a cui il canone in bolletta è stato addebitato solo parzialmente.
Se non si è titolari di contratto elettrico e una utenza della luce – In linea generale, occorre utilizzare il modello F24 per il pagamento del canone tv in tutti i casi in cui il canone è dovuto ma non è stato addebitato nelle bollette della luce. Entro il prossimo 31 ottobre sono, infatti, tenuti al versamento del canone tv mediante modello F24 i contribuenti che detengono un apparecchio televisivo e che non hanno ricevuto l’addebito nelle fatture elettriche perché nessun componente della famiglia anagrafica è titolare di un contratto elettrico di tipo domestico residenziale. È il caso, ad esempio, di chi prende in affitto un appartamento in cui il contratto elettrico resta intestato al proprietario dell’immobile. Entro la stessa scadenza devono versare il canone tutti coloro che, pur intestatari di utenza elettrica, non hanno ancora ricevuto l’addebito in bolletta, ad esempio per nuove attivazioni o volture ancora in corso.
Chi vive nelle isole – Sono tenuti al pagamento del canone tv mediante modello F24 anche i cittadini per i quali l’erogazione dell’energia elettrica avviene nell’ambito di reti non interconnesse con la rete elettrica nazionale. Si tratta dei contribuenti che risiedono nelle seguenti isole: Ustica, Tremiti, Levanzo, Favignana, Lipari, Lampedusa, Linosa, Marettimo, Ponza, Giglio, Capri, Pantelleria, Stromboli, Panarea, Vulcano, Salina, Alicudi, Filicudi, Capraia e Ventotene.
Se l’addebito è parziale – Occorre utilizzare il modello F24, versando la differenza, anche quando il canone è stato addebitato nelle bollette elettriche ma l’importo complessivamente addebitato in fattura è inferiore al canone dovuto per l’anno di riferimento.
Gli altri casi – Se il canone è dovuto, questa modalità di versamento si estende ai cittadini residenti nei Comuni di Anversa degli Abruzzi, Castel Del Monte, Pacentro, Rocca Pia, Santo Stefano di Sessanio, che non hanno ricevuto l’addebito del canone nelle bollette elettriche.
Come effettuare il pagamento del Canone Rai – Per l’anno 2016 l’importo complessivamente dovuto è pari a 100 euro e deve essere versato entro il 31 ottobre 2016, utilizzando il modello F24. I codici tributo da inserire nel modello, utilizzabili a partire dal 1° settembre 2016, sono:«TVRI» (per rinnovo abbonamento) o «TVNA» (per nuovo abbonamento). I codici sono esposti nella sezione «Erario», esclusivamente nella colonna «importi a debito versati», con l’indicazione nel campo «anno di riferimento» dell’anno cui si riferisce il pagamento del canone (2016).

(fonte: laleggepertutti.it)

mercoledì 14 settembre 2016

Antitrust: multa di 4 milioni e mezzo alla Banca Popolare di Vicenza

Risultati immagini per BANCA POPOLARE DI VICENZAConsumatori costretti nei fatti a diventare soci per ottenere un mutuo agevolato in modo da finanziare le operazioni di aumento di capitale sociale svolte nel 2013 e nel 2014". Condannata la pratica commerciale scorretta

(ANSA) - MILANO, 12 SET - L'Antitrust ha sanzionato con 4,5 milioni la Banca Popolare di Vicenza per pratiche commerciali scorrette. L'istituto berico è accusato di aver costretto i consumatori a diventare soci per ottenere un mutuo agevolato, così da finanziare le operazioni di aumento di capitale sociale svolte nel 2013 e nel 2014. Lo si legge in una nota dell'Authority sulla concorrenza.

In particolare, per ottenere i cosiddetti 'mutui soci', caratterizzati da condizioni economiche agevolate rispetto ai prodotti di mutuo ordinario, i consumatori sono stati condizionati ad acquistare pacchetti minimi di 100 azioni e a non vendere i titoli per continuare a beneficiare delle agevolazioni.

Continua l'attività dei consulenti tecnici e dei legali dell'associazione a tutela degli utenti bancari vittime di quest'attività scorretta.

giovedì 8 settembre 2016

ACCERTATA USURARIETA' nella CESSIONE DEL QUINTO DELLO STIPENDIO

Risultati immagini per usurarietà interessi moratoriRisultati immagini per usurarietà interessi moratoriRemo (ndf) si era rivolto alla nostra associazione per valutare l'adeguatezza di un finanziamento estinguibile mediante la cessione del quinto dello stipendio, sottoscritto nell'agosto del 2007. A fronte di un capitale netto percepito di poco più di 10mila euro il nostro tesserato avrebbe dovuto restituire, in sei anni, un capitale di 18mila euro.
La semplice contestazione - motivata dall'adeguata relazione econometrica - e l'iter di mediazione non avevano portato a nessun risultato... un semplice disinteresse verso le nostre contestazioni e la ferma convinzione dell'adeguatezza del proprio operato avevano di fatto chiuso ogni tentativo di dialogo volto a definire bonariamente la posizione con la società Prestitalia SpA.
La professionalità e la caparbietà del team di consulenti tecnici e dello studio legale hanno portato alla sentenza in cui il Giudice ha accertato l'usurarietà dell'operazione di credito ed ha quindi applicato l'art. 1815 in base al quale tutte le somme a titolo di interessi e commissioni vanno restituire al nostro tesserato.

Molte volte si sottoscrivono finanziamenti in preda ad una necessità economica ed una fretta convulsa ed impellente... Nella fretta poi manca la conoscenza ed il tempo per valutare la correttezza dell'operazione di credito...
Ci si sofferma pensando di aver risolto il problema... ma poi con più tranquillità si controllano i contratti e si notano cifre "esose" a fronte di un netto ricavo.

Non è mai troppo tardi e per far valutare la vostra operazione di credito contattateci... possiamo agire per tutelare i vostri diritti ed ottenere la restituzione delle somme non dovute...

Sono davvero tante le persone che si sono rivolte alla nostra associazione e che hanno ottenuto la giusta vittoria anche se la controversia può richiedere del tempo.


ACCERTATA USURARIETA' nella CESSIONE DEL QUINTO DELLO STIPENDIO

Risultati immagini per usurarietà interessi moratoriRisultati immagini per usurarietà interessi moratoriRemo (ndf) si era rivolto alla nostra associazione per valutare l'adeguatezza di un finanziamento estinguibile mediante la cessione del quinto dello stipendio, sottoscritto nell'agosto del 2007. A fronte di un capitale netto percepito di poco più di 10mila euro il nostro tesserato avrebbe dovuto restituire, in sei anni, un capitale di 18mila euro.
La semplice contestazione - motivata dall'adeguata relazione econometrica - e l'iter di mediazione non avevano portato a nessun risultato... un semplice disinteresse verso le nostre contestazioni e la ferma convinzione dell'adeguatezza del proprio operato avevano di fatto chiuso ogni tentativo di dialogo volto a definire bonariamente la posizione con la società Prestitalia SpA.
La professionalità e la caparbietà del team di consulenti tecnici e dello studio legale hanno portato alla sentenza in cui il Giudice ha accertato l'usurarietà dell'operazione di credito ed ha quindi applicato l'art. 1815 in base al quale tutte le somme a titolo di interessi e commissioni vanno restituire al nostro tesserato.

Molte volte si sottoscrivono finanziamenti in preda ad una necessità economica ed una fretta convulsa ed impellente... Nella fretta poi manca la conoscenza ed il tempo per valutare la correttezza dell'operazione di credito...
Ci si sofferma pensando di aver risolto il problema... ma poi con più tranquillità si controllano i contratti e si notano cifre "esose" a fronte di un netto ricavo.

Non è mai troppo tardi e per far valutare la vostra operazione di credito contattateci... possiamo agire per tutelare i vostri diritti ed ottenere la restituzione delle somme non dovute...

Sono davvero tante le persone che si sono rivolte alla nostra associazione e che hanno ottenuto la giusta vittoria anche se la controversia può richiedere del tempo.


lunedì 29 agosto 2016

Domanda riammissione rate Equitalia per evitare l’esecuzione forzata

Pubblicato sul sito di Equitalia il modello per richiedere la nuova rateizzazione delle cartelle esattoriali se entro il 30 giugno 2016 si è decaduti da un precedente piano.
La legge appena entrata in vigore [1] ha previsto la riammissione al pagamento a rate senza necessità di pagare integralmente quelle scadute.


Chi può essere riammesso alla rateizzazione?
Cittadini e imprese che sono decaduti dal beneficio della rateizzazione (per non aver pagato 5 rate anche non consecutive) entro il 30 giugno 2016.
Risultati immagini per equitalia
La nuova rateizzazione può essere concessa fino a un massimo di 72 rate mensili. Chi è decaduto da una dilazione straordinaria con più di 72 rate, può ottenere al massimo lo stesso numero di rate approvate in precedenza.

Condizioni per essere riammessi alla rateizzazione
– essere decaduti da un precedente piano di rateizzazione di 72 o 120 rate alla data del 30.6.16;
– presentare la richiesta di rateizzazione entro e non oltre il 20 ottobre 2016;

Il contribuente riammesso alla rateizzazione decade in caso di mancato pagamento di due rate anche non consecutive.

Modello di richiesta di nuova rateizzazione

La richiesta di rateizzazione deve essere effettuata tramite il modello disponibile presso gli sportelli Equitalia o sul sito ufficiale dell’ente. 
La domanda deve essere presentata entro il 20 ottobre 2016. Si ricorda che fino alla data di presentazione Equitalia potrà procedere in via esecutiva per riscuotere le rate scadute e non pagate del precedente piano di rientro. Si consiglia, dunque, di inviare il prima possibile la richiesta di riammissione per bloccare le procedure cautelari ed esecutive volte al recupero coattivo delle somme dovute.


[1] Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio (GU Serie Generale n.194 del 20-8-2016).

mercoledì 10 agosto 2016

ANTITRUST SANZIONA PER UN MILIONE E 640.000 EURO AGOS DUCATO PER PRATICHE SCORRETTE

L’Antitrust ha sanzionato, per un ammontare di 1 milione e 640.000 euro Agos Ducato per pratiche commerciali ingannevoli ed aggressive. Le pratiche in violazione del Codice del Consumo, a giudizio dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, sono tre e relative ai rapporti di finanziamento con i consumatori. 
In particolare, la prima riguarda le informazioni ingannevoli ed omissive diffuse da Agos, soprattutto mediante l’invio di lettere personalizzate ai clienti finanziati, recanti proposte riservate, nella quale si promette una nuova liquidità a condizioni economiche migliorative e nettamente inferiori rispetto a quelle originariamente sottoscritte dal consumatore. L’Antitrust ha accertato la non veridicità delle offerte in quanto nella stragrande maggioranza dei casi i clienti hanno ricevuto, una volta recatisi presso la società, offerte con tassi e rate anche molto superiori a quanto prospettato. Inoltre il 75% dei casi i clienti hanno visto peggiorate le condizioni economiche e i tassi aumentati in media di oltre il 20%.
La seconda pratica concerne le condotte di Agos volte a creare ostacoli all’estinzione anticipata del prestito personale di vari clienti, attraverso, ad esempio, procedure complesse e basate su richieste di documentazione non facilmente reperibile dal cliente o basate sulla previa verifica di talune condizioni prima di fornire il relativo conteggio. Ostacoli ulteriori venivano posti in essere nei casi di linee di credito revolving
L’Autorità ha infine accertato una terza pratica, consistente in insistenti solleciti di pagamento di rate scadute, con modalità ritenute aggressive dall’Agcm in quanto basate su numerosi contatti telefonici (phone collection), in via digitale (sms), solleciti epistolari (telegrammi), peraltro indirizzati anche presso terzi (quali i garanti, il datore di lavoro, i familiari) e con una pressione dovuta alla frequenza ravvicinata. 

lunedì 8 agosto 2016

ANTITRUST SANZIONA IL GRUPPO VOLKSWAGEN PER 5 MILIONI DI EURO PER MANIPOLAZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO DELLE EMISSIONI INQUINANTI

La pratica riguarda la commercializzazione sul mercato italiano, a partire dall’anno 2009, di autoveicoli diesel (con codice identificativo EA189 EU 5) la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software in grado di alterare artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti. Ciò al fine di fornire un risultato delle emissioni ossidi di azoto (NOx) più basso di quello ottenibile nella modalità che invece si attiva nel normale utilizzo del veicolo su strada.
L’Autorità ha ritenuto tale condotta scorretta ai sensi del Codice del Consumo poiché gravemente contraria agli obblighi di diligenza professionale e idonea, altresì, a falsare in maniera rilevante il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta di consumo che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati.
L'Autorità ha parimenti ritenuto scorretta  la presenza, in vari cataloghi informativi diffusi dal Gruppo, di specifici green claims e messaggi pubblicitari che attribuiscono al produttore una particolare sensibilità ambientale o una specifica attenzione al livello delle emissioni inquinanti delle proprie autovetture. Secondo l'Antitrust tali messaggi, alla luce di quanto emerso nel corso del procedimento, sono suscettibili di indurre in errore i consumatori, con riferimento alla vocazione ambientale, alla responsabilità sociale rivendicata dal produttore, nonché alle affermazioni del rispetto delle normative vigenti in materia.
Roma, 8 agosto 2016

giovedì 28 luglio 2016

BANCA POPOLARE DI VICENZA: AL VIA LE PROSSIME AZIONI COLLETTIVE

Risultati immagini per banca popolare di vicenzaLa vicenda di Banca Popolare di Vicenza - "speculare" a quella di  Veneto Banca si sostanzia in un storia di anni in cui utenti bancari hanno ignaramente subito atteggiamenti degli istituti bancari che hanno piazzato ai propri clienti azioni il cui prezzo era determinato arbitrariamente dalla società senza un adeguato confronto di mercato.

La prima relazione - consecutiva ad un'ispezione - di Banca d'Italia in cui sono state palesate evidenze molto pesanti nei confronti dell'istituto (sembra che la società bancaria procedesse nel riacquisto delle proprie azioni senza le adeguate autorizzazioni) ha naturalmente comportato ulteriori controlli che hanno inevitabilmente condotto alla scoperta di ulteriori irregolarità.
Situazioni di una gravità tale da spingere la Procura di Vicenza ad avviare un'indagine penale nei confronti dei vertici societari per reati tra cui aggiotaggio e ostacolo alle attività di vigilanza.

I nostri tesserati ci parlano di situazioni in cui la Banca, oltre ad aver riacquistato azioni proprie senza le necessarie autorizzazioni, ha concesso finanziamenti ai clienti destinati all'acquisto delle azioni dell’Istituto stesso. 
In alcuni casi, l’acquisto di azioni è stato imposto ai clienti quale “controprestazione” al fine di poter ottenere finanziamenti.

Le storie che ci vengono raccontate dai nostri tesserati si possono riclassificate in tre distinte categorie:
A) Soggetti che sono stati indotti all'acquisto sulla base di valutazioni patrimoniali falsate e palesemente difformi rispetto ai dati reali con una conseguente e non marginale sopravvalutazione delle azioni e, quindi, un grave danno in capo agli azionisti.
B) Soggetti ai quali l'ottenimento del finanziamento doveva necessariamente transitare per l'acquisto di azioni a fronte di promesse di operazioni di credito maggiormente vantaggiose (anche attraverso l'erogazione di un ulteriore finanziamento)
C) Altri soggetti costretti ad acquistare azioni degli istituti di credito come condizione imprescindibile per l’ottenimento di finanziamenti.

Ovviamente queste azioni ispettive da parte dell'organo di controllo e delle Autorità ha avuto un effetto "al ribasso" sulle azioni... peggiorato anche dalla concreta impossibilità di piazzare (alienando) le proprie azioni.

La nostra associazione, supportata da Legali esperti, sta raccogliendo adesioni per la prossima azione collettiva nei confronti degli organi di gestione della società bancaria (amministratori, sindaci ed organi di controllo e revisione) orientata al ristoro del danno (morale e patrimoniale) subito da migliaia di azionisti
L'azione si basa sulla candida certezza che i danni patiti dagli azionisti siano il risultato delle false valutazioni operate dai vertici degli istituti di credito nonché dell’omessa vigilanza da parte dei soggetti deputati a tale attività.

CANONE RAI IN BOLLETTA: I PRIMI PROBLEMI


Sono arrivate le bollette dell'energia elettrica del mese di luglio e con esse anche i primi problemi per i consumatori; problemi collegati al CANONE RAI.

Infatti sono arrivate le prime "bollette pazze" per tutti quei consumatori che hanno adeguatamente notificato la dichiarazione sostitutiva e che si sono visti comunque richiedere la prima rata del canone (70 euro) nonostante non posseggano alcun apparato radio | audiotelevisivo.


E' innegabile che questo nuove nuove regole per il pagamento della tassa di possesso stanno generando non pochi problemi ed altrettanti disagi.
Lo sanno bene quei consumatori che ci hanno contattato in questi giorni e che si trovano nella infausta situazione di rischiare il distacco della fornitura di energia elettrica per morosità nonostante abbiano diligente e compiutamente seguito le istruzioni dell'Agenzia delle Entrate in merito alla dichiarazione sostitutiva.

Sicuramente il consiglio è quello, in attesa dei dovuti chiarimenti da parte dell'Agenzia delle Entrate, di procedere con il pagamento delle voci relative alla fornitura di energia elettrica non senza però tracciare formalmente una traccia contestativa sull'incresciosa situazione venutasi a creare.

Per coloro i quali hanno autorizzato l'addebito del pagamento in conto corrente non si può far altro che consigliare la sospensione dell'autorizzazione al pagamento automatico - salvo poi sicuramente poter procedere con il rilascio di una nuova autorizzazione - e procedere "manualmente" con il pagamento delle voci di fornitura di energia.

In nessun caso, sicuramente, dovremmo incorrere nell'incresciosa situazione del sollecito di pagamento delle somme... si prefigurerebbe infatti una palese violazione, a nostra parere grave, dei diritti del consumatore.

Per quanto decidessero di pagare per non trovare sorprese al rientro dalle vacanze - o per coloro i quali non si sono resi conto che l'addebito in conto è via avvenuto - non resta che la richiesta formale di restituzione delle somme all'Agenzia delle Entrate ed al proprio gestore di energia elettrica.

Per qualsiasi comunicazione non esitate a contattare la nostra associazione
A.E.C.I FELTRE | ASS. EUROPEA CONSUMATORI INDIPENDENTI
Tel | Fax 0439 300030 - mobile 347 7421260 - feltre@euroconsumatori.eu

martedì 12 luglio 2016

ACEA, EDISON, ENI, ENEL: AGCM SANZIONA GRAZIE ALLA DENUNCE DI A.E.C.I.

roma - 14 giugno 2016 

SANZIONI PER OLTRE 14 MILIONI DI EURO AD ACEA, EDISON, ENI, ENEL ENERGIA E SERVIZIO ELETTRICO PER PRATICHE AGGRESSIVE

NELLA FATTURAZIONE DEI CONSUMI
Con sanzioni per complessivi 14milioni e 530.000 euro, l’Antitrust ha concluso quattro procedimenti - avviati a luglio 2015 sulla base di numerose segnalazioni di singoli consumatori e diverse associazioni di consumatori – nei confronti di cinque big dell’energia: Acea, Edison, Eni, Enel Energia ed Enel Servizio Elettrico. I provvedimenti riguardano i meccanismi di fatturazione e le ripetute richieste di pagamento per bollette non corrispondenti a consumi effettivi, nonché gli ostacoli frapposti alla restituzione dei rimborsi.
Nel corso del procedimento, l’Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico) ha reso un articolato parere, nell’ambito della collaborazione prevista dal Protocollo di intesa tra le due Autorità, che ha permesso all’Antitrust di individuare e accertare distinte pratiche aggressive. Nelle attività ispettive, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato s’è avvalsa anche della collaborazione del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
A conclusione della sua istruttoria, l’Agcm ha accertato che le cinque società hanno posto in essere una prima pratica commerciale aggressiva: e cioè una gestione inadeguata delle istanze e delle comunicazioni di clienti finali che lamentavano la fatturazione di consumi di elettricità o di gas naturale divergenti da quelli effettivi. Questa era dovuta a deficienze del processo di fatturazione, a malfunzionamenti dei sistemi informatici e alla mancata sospensione delle attività di riscossione (sollecito, messa in mora e distacco, talvolta senza preavviso) nell’attesa di una risposta chiara, puntuale ed esaustiva. Nel caso di conguagli di elevato importo, inoltre, le imprese non avevano adottato misure per attenuare l’impatto della bolletta, senza informare adeguatamente gli utenti sulla possibilità di rateizzare né sui termini di pagamento più lunghi.
Secondo l’Antitrust, tali comportamenti hanno violato il diritto del cliente a ricevere un’adeguata ed effettiva assistenza e verifica dei propri consumi, prima di procedere al pagamento delle fatture contestate e, pertanto, costituiscono pratiche commerciali aggressive. Ciò in quanto l’incombente minaccia dell’avvio o della prosecuzione delle procedure di riscossione costituisce, a parere dell’Autorità, un indebito condizionamento delle scelte del consumatore in merito al pagamento dei consumi non verificati e alla presentazione delle istanze e delle comunicazioni
Una seconda pratica scorretta, accertata dall’istruttoria, riguarda la mancata o ritardata restituzione di importi dovuti a vario titolo ai clienti finali. L’Autorità ha ritenuto, infatti, che le modalità informative e procedurali adottate dai cinque operatori non hanno permesso ai consumatori di ricevere pienamente e tempestivamente quanto versato in eccesso per la fornitura di energia elettrica o di gas.
Per le due società del gruppo Enel, infine, è stata accertata una terza pratica scorretta: questa consisteva nell’addebito degli interessi di mora per tardivo pagamento, anche in caso di bollette recapitate in ritardo o non recapitate e in presenza di un reclamo in tal senso.
In considerazione delle specificità di ciascuna condotta e della dimensione dei fenomeni riscontrati, l’Antitrust ha irrogato rispettivamente le seguenti sanzioni:

- Acea: 3.600.000 euro
- Edison: 1.725.000 euro 
- Eni: 3.600.000 euro a Eni
- Enel Energia: 2.985.000 euro
- Enel Servizio Elettrico: 2.620.000 euro

Nel corso dei procedimenti, gli operatori hanno proposto modifiche alle procedure utilizzate finora nella gestione delle istanze e dei reclami da parte dei consumatori e anche per migliorare i processi di fatturazione. In considerazione di questi elementi, le sanzioni sono state ridotte in misura proporzionale al grado di rilevanza ed effettiva implementazione di tali innovazioni.

lunedì 11 luglio 2016

COMMISSIONI RESTITUITE PER OLTRE 8.000 EURO

Capita molto spesso di incontrare tesserati che si rivolgono alla nostra associazione in uno stato di giustificato sconforto.

Tra questi Orazio (ndf) che un paio di mesi fa si era rivolto alla nostra associazione sconfortato dal ricevimento di una diffida di pagamento, da parte di una assicurazione, che nel momento del licenziamento era stata attivata dalla finanziaria con un sinistro collegato alla perdita del lavoro...sinistro prontamente liquidato...

Quando si è presentato allo sportello aveva portato con sé una cartellina che conteneva, complessivamente, dieci finanziamenti - fra cessioni del quinto e delegazioni - rinnovate nel tempo.
Nonostante le riluttanze della finanziaria oggi Orazio ha incassato i primi 5.000 euro della trance iniziale di 8.500 euro.

Non male per un inoccupato che sta cercando da oltre un anno di far quadrare i conti e che non sa più quale porta bussare per cercare di avere una concreta possibilità di lavoro.

Come Orazio ci sono molti uomini ed altrettante donne che, in tempi n on sospetti, sono caduti nella triturante morsa delle rinegoziazioni dei finanziamenti ceduti o oggetto di delega (le cd cessioni del quinto e delegazioni di pagamento.

Stime parlano di milioni di operazioni del credito rientranti in questa categoria...tutte collocate in un paniere di lavoratori (sia del settore pubblico che del ramo privato) e pensionati piuttosto ristretto.

Il Nostro sportello ha ottenuto centinaia di risultati positivi a favore dei nostri tesserati e rimane a Disposizione di quanti, ancora, non hanno fatto valutare le loro operazioni del credito in corso e(o rinegoziate.

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mercoledì 4 maggio 2016

3.500,00 € RESTITUITI AD UN DIPENDENTE COSTRETTO AD EMIGRARE ALL'ESTERO

Credeva di aver trovato la destinazione finale per sé e per la sua famiglia venticinque anni fa quando dal Marocco era arrivato in Italia con la Sua famiglia ed aveva iniziato a lavorare in una piccola media impresa del territorio.

Aveva contratto un mutuo ipotecario per acquistare una casa nella prima periferia di Feltre e con un paio di finanziamenti chirografari (cessione del quinto e delega) aveva arredato l'immobile e garantito ai figli un adeguato percorso formativo.

La crisi economica gli ha fatto perdere lavoro... troppo dura per lui trovare una nuova occupazione... decide di emigrare in Francia ma prima di partire affida alla nostra associazione (ed al nostro staff).

Oggi arriva il lodo favorevole che prevede la restituzione a Suo favore della somma di oltre 3.500,00 euro.



mercoledì 16 marzo 2016

Sanzione Antitrust di un milione di euro a Vodafone per servizi aggiuntivi

COMUNICATO STAMPA
vodafone
SANZIONE ANTITRUSTDI UN MILIONE DI EUROA VODAFONEPER SERVIZI AGGIUNTIVI
L’Antitrust ha irrogato una sanzione di un milione di euro a Vodafone Italia S.p.A. per il servizio accessorio aggiuntivo non richiesto “Vodafone Exclusive”, ritenendo che tale offerta abbia comportato un pagamento supplementare rispetto alla remunerazione concordata, in violazione del Codice del Consumo. A partire dal 31 agosto 2015, secondo gli accertamenti dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la società ha attuato nei confronti dei propri clienti, le seguenti condotte:
  • l’attivazione automatica del servizio “Vodafone Exclusive” senza il consenso espresso e preventivo (opt-in) dei clienti;
  • l’addebito automatico del relativo costo mensile (1,90 euro) e il rifiuto alle richieste di rimborso a seguito dell’attivazione automatica di un servizio non richiesto dai consumatori.
In base alle verifiche dell’Antitrust, il pacchetto offerto si configura come un servizio accessorio aggiuntivo alla luce di diverse considerazioni, tra le quali:
  • la navigazione sulla rete 4G è consentita solo a coloro che dispongono della condizioni tecniche necessarie;
  • la possibilità di disporre di 2 ingressi al cinema al prezzo di un biglietto è garantita unicamente a un numero circoscritto di cinema aderenti alla promozione;
  • l’accesso al servizio clienti dedicato 193 è meramente aggiuntivo rispetto al servizio clienti già esistente.
L’Agcm ha imputato perciò all’impresa una condotta poco trasparente per quanto riguarda sia l’attivazione del servizio sia la modalità di addebito degli importi: il consumatore non è stato messo nella condizione, infatti, di rendersi conto che “Vodafone Exclusive” era stato effettivamente attivato sui propri apparati mobili e che gli importi mensili relativi a questo servizio venivano prelevati sistematicamente dal credito residuo dei clienti. A giudizio dell’Antitrust, tale condotta costituisce una violazione dell’articolo 65 del Codice del Consumo, con riferimento ai clienti che hanno sottoscritto un contratto dopo il 13 giugno 2014, sanzionandola e vietandone la continuazione.
L’Autorità ha anche imposto a Vodafone di pubblicare per trenta giorni consecutivi sulla home page del proprio sito web un estratto del provvedimento dell’Autorità, predisponendo un’icona denominata “Comunicazione a tutela dei consumatori”.
Roma, 16 marzo 2016

venerdì 4 marzo 2016

SANZIONI ANTITRUST DI 27 MILIONI DI EURO A BANCHE E COOPERATIVE PER UN’INTESA SUI TASSI DEI MUTUI NELLE PROVINCE DI TRENTO E BOLZANO



COMUNICATO STAMPA AGCOM (Aut. Garante della Concorrenza del mercato) 04/03/2016


SANZIONI ANTITRUST DI 27 MILIONI DI EURO A BANCHE E COOPERATIVE PER UN’INTESA SUI TASSI DEI MUTUI NELLE PROVINCE DI TRENTO E BOLZANO

L’Antitrust ha irrogato una serie di sanzioni, per un totale di circa 27 milioni di euro, a carico di alcuni istituti di credito, della Federazione Cooperative Raiffeisen e della Federazione Trentina della Cooperazione, per due distinte intese anti-concorrenziali nel mercato degli impieghi alle famiglie, attuate rispettivamente nelle province di Bolzano e di Trento.

A conclusione della sua istruttoria, l’Autorità ha accertato che la Federazione Cooperative Raiffeisen e 14 Casse Raiffeisen (Cassa Rurale di Bolzano, Casse Raiffeisen di Brunico, Lana, Valle Isarco, Merano, Castelrotto-Ortisei, Oltradige, Lagundo, Wipptal, Tures Aurina, Prato-Tubre, Nova Ponente-Aldino, Silandro e Cassa Centrale Raiffeisen dell’Alto Adige) hanno posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza in violazione del diritto antitrust. Questo accordo consisteva nel coordinamento delle politiche commerciali, anche attraverso lo scambio di informazioni sensibili (tassi di interesse e altre condizioni economiche dei finanziamenti), con l’obiettivo di limitare il confronto competitivo nel mercato degli impieghi bancari alle famiglie nella provincia di Bolzano. L’intesa s’è protratta per un arco temporale di circa sette anni (2007-2014). 

L’Antitrust ha accertato inoltre che i comportamenti posti in essere dalla Federazione Trentina della Cooperazione, indicando alle Casse Rurali federate un tasso di riferimento per i mutui e limitando così il confronto competitivo nel mercato degli impieghi alle famiglie nella provincia di Trento, hanno costituito un’altra intesa restrittiva della concorrenza in violazione diritto antitrust, attuata tra novembre 2013 e dicembre 2015. 

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso perciò di comminare in dettaglio le seguenti sanzioni pecuniarie: 
Federazione Raiffeisen: € 3.195.794 
Cassa Raiffeisen Brunico: € 3.291.643 
Cassa Rurale Bolzano: € 2.212.116 
Cassa Raiffeisen Lana: € 2.120.311 
Cassa Raiffeisen Valle Isarco: € 2.261.888 
Cassa Raiffeisen Merano: € 2.135.358 
Cassa Raiffeisen Castelrotto-Ortisei: € 1.712.030 
Cassa Raiffeisen Oltradige: € 1.620.029 
Cassa Raiffeisen Lagundo: € 1.501.773 
Cassa Raiffeisen Wipptal: € 1.576.637 
Cassa Raiffeisen Tures Aurina: € 1.146.832 
Cassa Raiffeisen Prato-Tubre: € 1.236.313 
Cassa Raiffeisen Nova Ponente-Aldino: € 861.925 
Cassa Raiffeisen Silandro: € 530.077 
Cassa Centrale Raiffeisen: € 863.695 
Federazione Trentina: € 599.963


Roma, 4 marzo 2016
(fonte: http://www.agcm.it)