Il pensionato ottantenne, originario del Cuneese, aveva un precedente debito e per estinguerlo aveva deciso di accendere un nuovo finanziamento con la cessione di un quinto della sua pensione. Ma anziché ricevere i 10 mila euro "promessi", alla fine del 2008, aveva ricevuto un bonifico di soli 1.850 euro, dietro l'obbligo di corrispondere una rata mensile di 167 euro per 10 anni con un tasso annuo effettivo globale (TAEG) pari al 22,03 per cento. Dopo essersi rivolto al movimento consumatori, aveva così scoperto che non gli era stato detto che ben 5112 euro del suo finanziamento sarebbero stati destinati al premio per l'assicurazione sulla vita. Raffrontando poi i tassi, i legali del movimento avevano notato che erano davvero eccessivi. Così era partita la causa.
I giudici non hanno accolto la tesi difensiva della finanziaria che aveva sostenuto che tali costi non potessero essere considerati per la valutazione del rispetto delle soglie d'usura in quanto fino al 2010 non erano compresi nella rilevazione del tasso medio rilevato dalla Banca d'Italia. "Le difese delle controparti si fondavano sul presupposto che nella rilevazione del tasso soglia si dovrebbe prendere in considerazione il TEG o il TAEG netto dal quale sono esclusi alcuni oneri quali quello inerente ai costi di assicurazione del credito" hanno spiegato dal Movimento consumatori.
"Si tratta di una sentenza fondamentale in materia di usura bancaria e di un successo storico, a tutela di tutti coloro che hanno acceso questa tipologia di prestiti personali che di solito vengono sottoscritti dalle fasce più deboli e indebitate della popolazione: stimiamo che in almeno un terzo dei contratti conclusi prima del 2009 sia stata superata la soglia d'usura" ha spiegato Paolo Fiorio coordinatore dell'Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento Consumatori.
Secondo quanto disposto
dai giudici per tutti questi contratti, qualora vengano impugnati, le finanziarie debbono restituire al proprio cliente tutti i costi, e il prestito deve diventare "gratuito", senza cioè più alcun tasso applicato, riducendo così la rata originariamente pattuita.
(articolo pubblicato su Repubblica Torino)
(articolo pubblicato su Repubblica Torino)
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