La procura di Trani mette sotto accusa in blocco i vertici del mondo finanziario italiano, da Bnl a Unicredit, da Banca popolare di Bari a Mps, passando anche per Bankitalia.
Capo d'imputazione, usura per aver danneggiato, è questa la tesi, alcune aziende pugliesi, erogando prestiti a tassi ritenuti esorbitanti tra il 2005 e il 2012.
Insomma, un terremoto. Secondo il pm Ruggiero, il reato di usura (bancaria) è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il «concorso morale» degli ex vertici di Bankitalia e di Maresca, dirigente del dipartimento del Tesoro. Questi ultimi - secondo l'accusa - contravvenendo alle disposizioni della legge sull'usura, dal 2005 al 2012 hanno prescritto alle banche di calcolare (attraverso una particolare formula algoritmica) gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito «accordato», anziché (come richiesto dalla legge) a quello effettivamente «erogato/utilizzato» dal cliente, così precostituendo le condizioni per una elaborazione (e successiva segnalazione a Bankitalia) da parte della banche di tassi effettivi globali (cosiddetti Teg) falsati, poiché più bassi di quelli effettivamente praticati. Di conseguenza gli interessi/remunerazioni applicati dalla banche alla clientela per determinate categorie di finanziamenti (in forma di anticipazioni su c/c) risultavano sempre entro i limiti dei «tassi soglia», pur essendo in concreto ad essi superiori e, come tali, usurari. Le aziende ritenute dal pm danneggiate a causa del comportamento delle banche sono del nord barese. Ma le cifre sono relativamente basse. Bnl - secondo i conteggi dell'accusa - con l'applicazione dei tassi usurari avrebbe lucrato oltre 53mila euro; il gruppo Unicredit più di 15mila euro; Mps circa 27mila euro, Banca Popolare di Bari appena 296 euro.
Nessun commento:
Posta un commento