HA DELL’INCREDIBILE LA TELENOVELAS DELLA SPI-CGIL DI PIACENZA, CON UN TRUCCO INFORMATICO PRELEVAVANO LE QUOTE ASSOCIATIVE CHE I PENSIONATI NON AVEVANO AUTORIZZATO
Con i tempi che corrono se ne sentono di cotte e di crude, ma che il sindacato del pensionati (Spi) della Cgil di Piacenza avesse messo insieme un software truffaldino per poter rubare ai vecchietti le quote associative da loro mai sottoscritte, é una notizia bomba.
La Cgil nazionale ha tentato, da parte sua, in tutti i modi di spegnere I'insostenibile scandalo che era già noto sul finire del mandato di Epifani ma che solo ora é approdato nelle aule del Tribunale di Piacenza dove il processo, forse per la sua delicatezza e complessità, si sta snodando molto lentamente, accompagnato dall'assordante silenzio di tutti i media nazionali che di solito starnazzano per molto meno.
L'aspetto più scabroso di una storia da brividi e di indicibile gravità la si rileva nell'atteggiamento della Cgil regionale e nazionale, la quale anziché fare chiarezza su questa vicenda truffaldina, ha cercato a lungo di spegnere lo scandalo arrivando addirittura a punire, non chi aveva scientificamente organizzato il furto delle quote indebite ai pensionati, ma 'facendo leva, in modo arrogante, sul proprio potere, ha redarguito, allontanato e disperso il gruppo dirigente Cgil che aveva denunciato e combattuto lo scandalo.". Quest'ultima affermazione é stata fatta da Gianfranco Dragoni, figura di spicco e integerrima del sindacalismo cigiellino locale fin dagli anni Cinquanta, sulle colonne del quotidiano locale Libertà che é diretto alla grande da un giornalista di razza come Gaetano Rizzuto.
Potenza del sindacalismo "rosso" affossare chi sa e potrebbe parlare. Lo stesso Dragoni ricorda che, inspiegabilmente "mancano, nel processo, l' lnps e il garante della privacy". Per Dragoni, e noi non possiamo che convenirne, "la truffa della Spi Cgil su Piacenza, é un fatto gravissimo perché centinaia di ignari pensionati, attraverso la penetrazione illegale nel sito informatico dell'Istituto previdenziale, si sono visti trattenere, sulla loro pensione, somme non da loro autorizzate".
Proprio a seguito di questo scandalo l'lnps del monocratico Mastropasqua non si é costituito anche se ha introdotto misure più stringenti contro il ripetersi di altri episodi fraudolenti. E che dire del Garante della Privacy al quale é sicuramente giunta la notizia del fatti di Piacenza ma, stranamente, invece di aprire un'istruttoria é immerso in un silenzio tombale. Non solo. Paradosso dei paradossi i difensori degli ex dirigenti Spi-Cgil che hanno gestito e consumato il banchetto, hanno addirittura indicato come referenti per trattare il ritiro della querela a suo tempo presentata da 129 pensionati, addirittura la Spi-Cgil di Piacenza che é la fonte dello scandalo. Spetta alla Camusso, a questo punto, fare il "mea culpa" ufficiale ammettendo le responsabilità pubblicamente e cosi ridando alla Cgil l'autorevolezza che gli compete.
FONTE: Over 50 – Associazione Pensionati Europei 12 Rivista Confeuro Dir. Responsabile Rocco Tiso n.2marzo/aprile20 13
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