Una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione N° 350/2013, ha sancito e confermato che per commettere l’odioso reato di usura, basta la semplice “promessa” anche riferita agli interessi di mora. Nel momento in cui viene “convenuta” l’usura, il contratto è nullo e non sono dovuti interessi.
Nei trimestri in cui è rimasta scoperta per poco più di mille euro, le sono stati applicati pesantissime “indennità di sconfinamento con vantaggi usurari anche a tre cifre. Un rapido calcolo fa schizzare l’usura “convenuta” da un minimo del 73% ad un massimo del 3650%. Poco importa se nel documento c’è scritto che dovrà comunque rimanere entro la legge anti usura 108/96. Tanto è vero che una dettagliatissima perizia econometrico-matematica eseguita dal dottor Riccardo Tasca di Padova, ha evidenziato una devastante usura in tutti i trimestri esaminati con un minimo del 60%. E’ chiaro ed evidente che quel documento di sintesi è stato allegato a tutti i contratti di conto corrente e poco importa la sua applicazione effettiva ai fini della legge.
Ne consegue che tutti i contratti con quell’allegato possono essere impugnati e conseguentemente il prestito diventa “gratuito” e si può chiedere la restituzione di quanto pagato per ogni voce di costo, indipendentemente dal superamento del tasso soglia di usura.
Due grandi avvocati, esperti in diritto bancario, stanno predisponendo la messa in mora della banca con la contestazione di carattere civile, ma soprattutto quella penale.
(tratto da http://www.liberoreporter.it)
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