Come può un debito di 80mila euro nei confronti di Equitalia, lievitare, in pochi mesi, a circa 110mila, nonostante una prima richiesta di rateizzazione? Sarà l’applicazione dell’anatocismo o di un saggio di interessi elevato: fatto sta che un imprenditore casertano ha voluto vederci chiaro e ha incaricato il proprio legale di denunciare Equitalia per usura. La consulenza tecnica di parte, depositata agli atti del procedimento penale, evidenzia l’applicazione di un tasso di interesse, per una delle cartelle incriminate, di circa il 20,22%; in una seconda cartella si arriva al 27,62%; in una terza addirittura al 29,76%! Si tratta di soglie ben superiori a quelle fissate dallaBanca d’Italia e pubblicate trimestralmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Com’è possibile? Secondo l’avvocato che ha depositato la denuncia, la spiegazione è molto semplice ed è intuibile già solo dalla lettura delle cartelle: Equitalia eserciterebbe la pratica – illegittima peraltro – dell’anatocismo: in parole povere, gli interessi vengono portati a capitale ogni sei mesi e, in questo modo, producono ulteriori interessi, in una spirale sempre più elevata, che li porta a superare le soglie dell’usura.
Stessa storia si sta verificando a Modena, dove il Giudice per le indagini preliminari deciderà, questo mercoledì, circa la denuncia presentata da Federitalia – associazione antiusura – cui si era rivolto un altro imprenditore vittima degli interessi usurari dell’Agente di riscossione.
In presenza di usura, tanto la legge [1] quando l’orientamento dei giudici prevede la restituzione di tutti gli interessi e le sanzioni.
[1] L. n. 3/2012.
(www.laleggepertutti.it)
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