L’acquisto di una vacanza rivelatasi in tutto o in parte diversa da quanto promesso dai dépliant delle agenzie non è solo fonte di stress e disappunto per i soldi spesi, ma può essere anche causa di rimborso di quanto pagato e, anche, di risarcimento per la mancata occasione di divertimento e relax. Per ottenere riconoscimento delle proprie ragioni però è necessario compiere alcuni passi formali.
La diffida
Innanzitutto, al rientro dalla vacanza, si deve scrivere tanto all’agenzia di viaggi quanto al tour operator informandoli delle circostanze e dei fatti che hanno contribuito a rendere il soggiorno in tutto o in parte diverso da quanto promesso. La lettera deve contenere anche una esplicita richiesta di rimborso. Detto reclamo è da farsi per iscritto tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o con altro mezzo in grado di garantire la prova dell’avvenuto ricevimento (come ad esempio la posta elettronica certificata) e deve essere inviato entro 10 giorni lavorativi dal rientro a casa.
La causa
Se il reclamo non porta all’esito sperato, si potrà citare in giudizio il tour operator e l’agenzia di viaggi per ottenere il risarcimento del danno connesso alle relative responsabilità. Da un lato si potranno chiedere i danni dovuti all’inadempimento delle prestazioni turistiche promesse e non mantenute; dall’altro si potrà vedere riconosciuto il danno causato dallo stress e disagio per non aver potuto godere pienamente della vacanza. Attenzione però al trascorrere del tempo: la causa può essere iniziata solo entro un anno dal rientro del viaggiatore nel luogo di partenza tranne nel caso in cui quest’ultimo abbia subito un danno alla persona, nel qual caso invece si ha tempo fino a tre anni dal ritorno a casa.
La prova
Per fare causa il viaggiatore deve provare innanzitutto di essersi avvalso dei servizi resi dall’agenzia e dal tour operator. Perciò dovrà produrre copia del contratto firmato contenente tutte le prestazioni, i servizi offerti nel corso della vacanza (trasporti, il soggiorno in albergo, il servizio spiaggia, eventuali escursioni, animazione, accesso a monumenti, mostre, esposizioni, ecc.) e il relativo prezzo.
In secondo luogo il turista deve provare di quanti e quali servizi offerti nel pacchetto vacanza da lui acquistato è stato impossibile usufruire o si è potuto usufruire soltanto in parte. A questo proposito, molto utile per documentare l’inadempimento può rivelarsi scattare fotografie dei luoghi e delle condizioni in cui certi servizi si presentavano all’arrivo onde procedere a raffronto comparativo con quanto contenuto nei dépliants, nelle brochures e nei cataloghi visti in agenzia. Altro mezzo per precostituirsi una prova degli eventuali inadempimenti è contestare immediatamente per iscritto alla struttura ospitante le mancanze rilevate nei servizi offerti, magari raccogliendo qualche testimonianza di altri turisti che hanno condiviso la medesima esperienza. Infine, nel caso in cui i disservizi lamentati abbiano portato un aggravio di spesa per il viaggiatore, deve essere sua cura allegare al ricorso tutte le fatture e le ricevute attestanti in generale le spese sostenute per il viaggio di cui non si è potuto godere pienamente, nonché quelle che dimostrino le ulteriori spese che si sono dovute affrontare per far fronte agli inadempimenti contestati: diversa sistemazione alberghiera, ulteriori biglietti per i trasporti e più in generale qualunque somma che si è dovuto sborsare per garantirsi un servizio in origine promesso e non mantenuto.
(Avv.to Braiato Enrico - www.laleggepwertutti.it)
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