lunedì 27 agosto 2018

Ponte Morandi: gli sfollati dovranno continuare a pagare il mutuo

Sembra un paradosso ma è quel che prevede il nostro ordinamento: il denaro va restituito a prescindere dal fatto che la casa non esista più. Diversi edifici sotto al ponte verranno infatti abbattuti, e solo una polizza assicurativa ad hoc libererebbe i mutuatari dall’obbligo
di FEDERICO FORMICA (larepubblica.it - foto: lapresse)

Ponte Morandi: gli sfollati dovranno continuare a pagare il mutuoSono quasi 300 le famiglie genovesi sfollate in seguito al crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto scorso. Diversi edifici, infatti, si trovano sotto ai monconi del ponte (in alcuni casi praticamente a contatto) e sono stati evacuati. In vista della demolizione completa dell'infrastruttura, che probabilmente coinvolgerà anche i palazzi sottostanti, queste famiglie non torneranno mai più nel proprio appartamento.

Ma che succede a chi sta ancora pagando le rate del mutuo, per una casa destinata ad essere abbattuta insieme a quel che rimane del viadotto? Bisognerà continuare a pagarlo, a meno che non siano state stipulate assicurazioni ad hoc, comunque molto rare. "Una circostanza paradossale, ma giuridicamente ineccepibile" spiega Aldo Bissi, collaboratore di Ridare, portale di Giuffrè Francis Lefevbre che affronta tutte le tematiche in materia di risarcimento del danno e responsabilità civile.

Il mutuo infatti non è altro che la restituzione di una cifra che una banca ha già consegnato a un'altra banca. "L'obbligo di restituzione è quindi indipendente rispetto alla perdurante esistenza del bene che si è acquistato impiegando la somma mutuata; nel caso che ci occupa, dunque, il mutuatario rimane obbligato a provvedere al pagamento delle rate di mutuo anche nell'ipotesi di perimento totale del bene immobile" continua Bissi.

Quando una banca eroga un mutuo, quasi sempre registra un'ipoteca sulla casa. Nel momento in cui il bene non esiste più, in questo caso perché viene abbattuto, anche la banca subisce quindi un danno, perché la garanzia ipotecaria finisce in macerie. Questo però, continua l'esperto, "non comporterebbe la liberazione del mutuatario dalla propria obbligazione: la banca potrebbe, in caso di sospensione dei pagamenti, rivalersi su eventuali altri beni del debitore o sulle sue fonti di reddito (per esempio pignorando lo stipendio)". Una beffa nella beffa per i cittadini sfollati.

Certo, esistono polizze assicurative che tutelano entrambe le parti da eventi imprevisti. La più diffusa è quella "incendio e scoppio". "Si tratta di una polizza accessoria al contratto di mutuo, in cui il beneficiario della prestazione assicurata ("l'assicurato") è la banca, e non il mutuatario ("il contraente"). Ma l'evento di Genova non rientra nella tipologia di quelli appena menzionati, e quindi certamente non potrà trovare copertura dalle normali polizze per incendio e scoppio" precisa Bissi.

Nessun aiuto neanche dall'altra polizza accessoria più diffusa, quella che copre il caso in cui il mutuante non riesca più a restituire il denaro per morte o danno alla salute che gli impedisca di continuare l'attività lavorativa. L'unica possibilità è data dalla polizza assicurativa che copra il rischio di "perimento" totale dell'immobile. "Teoricamente - sottolinea Bissi - nulla esclude che il mutuante e il mutuatario (o anche solo quest'ultimo, provvedendovi autonomamente) abbiano stipulato una polizza simile". In tal caso sarà l'assicurazione a versare la cifra rimanente, liberando dall'obbligo coloro che abitavano le case sotto al ponte Morandi.

Tutte le misure prese o annunciate finora, infatti, prevedono la sospensione dei pagamenti (utenze, così come le stesse rate del mutuo). Finora banca Carige e Unicredit hanno concesso questa possibilità ai proprietari delle case danneggiate per 12 mesi. Ma si tratta, appunto, di una misura a tempo: scaduto l'anno bisognerà tornare a pagare le rate a meno che il Governo non approvi una misura che prevede l'annullamento dei mutui. Una decisione straordinaria che, semmai, dovrebbe essere presa di concerto con l'Abi o con le banche dirette interessate.

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