martedì 18 settembre 2018

CESSIONE DEL QUINTO E CAMBIO DI LAVORO

Cessione del quinto e TFR sicuramente rappresentano una delle tematiche più “bollenti” che interessano i lavoratori (e quindi praticamente quasi tutta la popolazione).
Ecco perché è importante continuare a puntualizzare certi argomenti, magari già affrontati, ma che è bene fissarli in mente anche perché ogni volta può sempre saltare fuori un aspetto che magari prima era passato inosservato o al quale non era stato data particolare attenzione.
Sarò quindi ripetitivo, ma mi piace, prima di entrare nel vivo degli articoli, fornire sempre le nozioni di ciò che viene affrontato per permettere a tutti di avere una marcia in più.
Quindi, bando alle ciance per:
- “cessione del quinto” dello stipendio (od anche della pensione) si indica una tra le possibili forme di prestito utilizzata dai lavoratori dipendenti (che tra l’altro non richiede una specifica giustificazione quando richiesta) e che si caratterizza per il fatto che la modalità di rimborso del prestito consiste nella trattenuta mensile in busta paga del (fino a) quinto dello stipendio (o della pensione)
- “TFR” (o trattamento di fine rapporto) si intende quella somma di denaro che viene data al lavoratore nel momento in cui il rapporto di lavoro cessa e quale che sia il motivo che ha portato alla sua cessazione.
Non volendo ripetermi troppo, potete trovare pubblicati su questo sito alcuni articoli che già affrontano più in dettaglio entrambi gli argomenti.

In questo articolo, come avrai modo di vedere, viene affrontato proprio la situazione di licenziamento e ciò che succede alla cessione del quinto e al TFR.


Cambio di lavoro e cessione del quinto in corso: Passaggio della cessione al nuovo datore di lavoro
Supponiamo quindi che (ahimè) tu abbia perso il lavoro perché sei stato licenziato e che tu abbia in corso una cessione del quinto. Ringraziando il cielo, hai trovato subito un nuovo impiego cosicché sei riuscito ad instaurare un nuovo rapporto di lavoro con un altro datore di lavoro.
Sì ok ma… il precedente rapporto di lavoro si è concluso e con esso è anche cessato l’obbligo che la ex Ditta aveva nei confronti della Finanziaria. In linea generale, quest'ultima mantiene la possibilità però di rivalersi direttamente sul TFR del lavoratore e, nel caso in cui rimanga una parte scoperta, di rivolgersi direttamente al lavoratore per ottenere il rimborso non coperto dal suo TFR.
Ma abbiamo detto che, fortunatamente, sei riuscito a trovare un nuovo lavoro.
Cosa succede in questo caso? Tu lavoratore dovrai inviare una raccomandata A/R alla finanziaria attraverso la quale darai notizia della nuova assunzione. La raccomandata serve anche a richiedere che il debito che ancora residua possa essere trattenuto dal nuovo stipendio. È inoltre necessario allegare i documenti di licenziamento e della nuova assunzione.
Così facendo, anche il TFR continua a rimanere bloccato e non viene toccato dalla finanziaria che continua ad avere a garanzia la cessione del quinto.


Se mi licenzio la finanziaria prende il mio TFR?
Ribadisco che il “trattamento di fine rapporto” vale quale garanzia a favore della finanziaria.
Si dice che il TFR è “bloccato” ovvero è vincolato alla stessa cessione del quinto per tutto il tempo in cui perdura il prestito.
Se si viene licenziati però cosa succede?
Facciamo un attimo il punto della situazione dicendo che al momento del licenziamento possono verificarsi due situazioni, vale a dire che il TFR sia:
- Inferiore a quanto residua del debito
- Ovvero superiore al debito rimasto (tale per cui una volta versato il TFR a favore della finanziaria coprendo l’importo del debito, ciò che residua del TFR verrà restituito al lavoratore).

La domanda che quindi sorge solitamente spontanea a vari lavoratori quando vengono licenziati è appunto se il loro TFR andrà tutto alla finanziaria oppure no.
È vero sì che esso funge da garanzia tale per cui la finanziaria è legittimata a richiederlo al datore di lavoro, ma questo non significa che può farlo per tutto il tempo che vuole.
Infatti, stante quando detto poco sopra, bisogna aver riguardo del debito residuo, nel senso che una volta che il debito è stato estinto non vi è più motivo che legittima la finanziaria nel continuare a richiedere il TFR.
Tra altro, vi è una nota interessante che è giusta che venga evidenziata, vale a dire che non grava in capo al datore di lavoro l’obbligo di dare questo TFR, a meno che non sia espressamente indicato nel contratto che ha con esso il finanziamento.

Ma l’assicurazione non interviene?
Un altro aspetto che merita essere menzionato è il fatto che, spesso e volentieri, nel contratto di finanziamento viene inclusa una clausola attraverso la quale si procede altresì alla stipula di una “polizza assicurativa”.
Ma qual è l’utilità di questa polizza? Semplice… se il lavoratore viene licenziato ingiustamente e, in questo modo, magari, non è più in grado di estinguere il debito, ecco che interviene la polizza che fa da “salvagente” al posto del lavoratore insolvente.
Sì ok, ma… questo è solo uno specchietto per le allodole. Perché dico questo? Semplicemente perché la compagnia assicurativa non è mica Babbo Natale che gentilmente ti vuole “salvare” e così paga per te. Al contrario, essa potrà rivalersi su di te per ottenere il risarcimento di quanto erogato alla Banca per conto tuo.
Lungi da te quindi credere di “essere apposto” solo perché qualcuno ha pagato al posto tuo perché di fatto dovrai anche tu “sborsare” del denaro, seppur in un secondo momento.
Tra l’altro, laddove il debito rimanga insoluto, scatta la segnalazione alla Banca Centrale dei Rischi con la possibile conseguenza di ottenere l’etichetta di “cattivo pagatore” (con annessi problemi alla possibilità di accedere in futuro a un successivo credito).

Traendo le fila del discorso, è sempre bene far richiesta alla finanziaria del “conteggio estintivo”, cioè il documento attraverso il quale poter controllare qual è l’ammontare del debito, e controlla altresì a quanto ammonta il tuo TFR. 
(articolo di  Daniele Iannò)

STORNATI CINQUEMILA EURO DALLA BOLLETTA ELETTRICA

Risultati immagini per BOLLETTE ENERGIAIl signor R. credeva di aver cessato l’utenza dell’energia elettrica della sua precedente attività commerciale. Il fornitore dell’energia contestualmente ammette di aver avuto un problema di “disallineamento informatico interno” e dal 2008 al 2016 non ha mai inviato alcuna fattura periodica al consumatore. 

Fino all’agosto del 2017, quando effettua un ricalcolo dei consumi ed invia una fattura di euro =9927,00= da saldare in unica soluzione

L’utente non pagando la fattura entro la scadenza indicata si vede recapitare continue richieste di riscossione da parte dell’agenzia di recupero crediti, fino alla decisione di rivolgersi ad A.E.C.I. per farsi analizzare la posizione debitoria e la regolarità della fattura.

Dopo il primo appuntamento, abbiamo provveduto ad effettuare un reclamo al fornitore di energia richiedendo di ricalcolare le somme dovute al netto dello storno dovuto per il periodo prescritto. In seguito la compagnia ci risponde non accogliendo la richiesta.

Convinti delle nostre ragioni, abbiamo avviato la procedura di conciliazione presso l’Autorità di Regolazione per Energia Reti ed Ambiente (ex Autorità Garante per l’Energia Elettrica ed il Gas). 

Come da verbale dell’udienza odierna, abbiamo ottenuto uno storno di ben CINQUEMILA EURO per la parte prescritta (oltre i 5 anni precedenti) ed una dilazione dell’importo restante, senza interessi in ben 48 rate.

Enorme la soddisfazione per il sig. R. che si è ritrovato la bolletta più che dimezzata ed un piano di rientro con delle rate per lui “comode”.

(fonte: A.E.C.I. - sede provinciale LECCE)

martedì 11 settembre 2018

CESSIONI DEL QUINTO ESTINTE: RECUPERATI 3.000 EURO - RIVOLGITI AD A.E.C.I.

RIPORTIAMO UN FATTO ACCADUTO PROPRIO OGGI

Giovanni (ndf) a estinto due finanziamenti che gravavano sulla sua busta paga: una cessione del quinto ed una delegazione.
Da quando la moglie lo ho lasciato solo con quattro figli in età scolare a lui è caduto il mondo addosso...
Risultati immagini per rimborsoHa cercato soldi ovunque... ha rinegoziato i finanziamenti per garantire a tutti i quattro figli il diritto allo studio...tutto mentre la moglie era comodamente nelle spiagge del Marocco con il nuovo amore.

Quando Giovanni ci ha contattato ricordo che ha firmato a denti stretti il mandato per i nostri consulenti... oggi, dopo che gli abbiamo consegnato un assegno di oltre 3.000 euro dopo poco più di 5 mesi dall'inizio del contenzioso lui ci scrive così "La ringrazio...non sto passando ormai da molto un buon periodo e con i soldi che mi ha fatto prendere tirerò il fiato...Grazie!"

Come Giovanni mille volti e mille storie... tutte di ordinari disagi che cercano con forza un po' di dignità.

Contattate A.E.C.I. una soluzione si può trovare.

A.E.C.I. FELTRE
ASSOCIAZIONE EUROPEA CONSUMATORI INDIPENDENTI
Via Negrelli n. 1/b a Feltre (Belluno)
tel 0439 300030 - mobile 347 74 21 260
feltre@euroconsumatori.eu


lunedì 10 settembre 2018

PER USCIRE DAL DEBITO - RIVOLGITI AD A.E.C.I.

RACCONTIAMO UNA CONTROVERSIA REALMENTE 
GESTITA DAL NOSTRO SPORTELLO.

Mi chiamo Lisa (ndf) e una decina di anni fa ho firmato in perfetta ed affettuosa buonafede una fideiussione per mio fratello. Un grande lavoratore, uomo onesto, ma...da alcuni mesi lui ha fatto perdere le sue tracce. Un anno fa ha abbandonato la famiglia ed i figli per trasferirsi non so bene dove... probabilmente in balia di una nuova passione, probabilmente disorientato da chissà quale complessa situazione.
Risultati immagini per DEBITOAl Suo ufficio...quello dove mi recavo quando non mi rispondeva...ho trovato un grande cartello "AFFITTASI".

Ho iniziato a cercarlo quando la sua banca ha iniziato a chiedermi i soldi del prestito per il quale mi sono costituita fideiussore. Precisamente mi chiedono 80mila euro... soldi che io non ho...lavoro come operaia e dopo la separazione da mio marito sinceramente faccio fatica a risparmiare pochi centesimi....figuriamoci se ho 80mila euro da dare a mio fratello.

Con A.E.C.I. FELTRE ho trovato mio fratello...ma ho anche finalmente capito che non avrei potuto fare affidamento su di lui per risolvere il problema. Ha prosciugato ogni centesimo nella sua nuova vita... a me resta la fideiussione ed il debito. Sì perché fino a quel momento ero convinta che la Banca non avesse il diritto di chiedermi questi soldi

Con A.E.C.I. però sono riuscita a gestire questo problema con la banca...un problema che non mi faceva dormire da mesi. E la banca ha accettato di chiudere questa posizione accettando la somma di 38mila euro.

E' vero, per avere il denaro ho dovuto liquidare le mie quote di eredità agli altri fratelli... quelli reperibili... ma il problema ora è definitivamente concluso ed io sono riuscita a tornare a condurre la mia semplice vita con tanta tranquillità.

Se avete problemi finanziari, se vi serve un consolido, se non riuscite a capire la vostra posizione debitoria contattateci.
A.E.C.I.. FELTRE
Via Negrelli n.1 /b
32032 FELTRE (BELLUNO)
tel 0439 300030 - mobile 347 74 21 260

BASTA A TRUFFE E RAGGIRI AGI ANZIANI - CONTRATTI TRUFFALDINI

Ennesima truffa ad una donna anziana sola con il trucco del BUONO SCONTO...E' veramente ora di dire BASTA!!!!

In una sola settimana due signore si sono rivolte alla nostra associazione raccontandoci come hanno scoperto di avere sottoscritto un contratto a gentili signorine che presentavano la possibilità di fare acquisti per la casa con degli sconti fino al 40%.

Entrambe avevano firmato dei veri e propri contratti, una persino un finanziamento... entrambe per 3mila euro.

Avvisate i vostri vicini, i vostri parenti e tutte le persone che vivono sole, quelle più deboli...invitate loro all'attenzione... dite loro si non firmare nulla e se invece hanno firmato... contattate A.E.C.I. FELTRE per risolvere il problema...

A.E.C.I. FELTRE
Via Negrelli n. 1/b - 32032 FELTRE (Belluno)
tel 0439 300030 - mobile 347 74 21 260