venerdì 20 settembre 2013

CON LA CRISI AUMENTANO I SUICIDI

L’aumento dei suicidi - La crisi economica, oltreché una instabile situazione generale dei mercati e della produttività, ha generato la crescita delle percentuale di suicidi in età lavorativa. Infatti, da recenti stime è emerso che i suicidi di persone tra i 25 e i 64 anni sono aumentati del 12% dal 2009 al 2011 rispetto alle percentuali emerse in riferimento al periodo 2006-2007, un arco di tempo antecedente la recessione. A sottolinearlo è stato il direttore del Servizio per la prevenzione del suicidio dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, Maurizio Pompili, in occasione della XI Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio che si celebrerà il prossimo 10 settembre.

La giornata di prevenzione - L’evento è nato dall’esigenza di porre attenzione sul delicato problema del suicidio, che negli ultimi anni ha visto una preoccupante impennata. Come organizzatori della giornata del 10 settembre sono intervenuti l'International Association for Suicide Prevention (Iasp), di concerto con l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il Servizio per la prevenzione del suicidio, quest’ultimo guidato da Paolo Girardi, responsabile dell'Uoc di Psichiatria. L’evento durerà due giorni e si terrà al Sant’Andrea di Roma. "La due giorni della prossima settimana punta proprio ad accendere un faro su informazione e prevenzione. Attendiamo 30 relatori e oltre 300 partecipanti", auspica Pompili.

I dati del suicidio da crisi – Il tasso di suicidi nel nostro Paese è stato sempre abbastanza alto, ma la tendenza risulta aggravata soprattutto in questi ultimi anni caratterizzati da una instabile sicurezza economica che sta letteralmente coinvolgendo tutti i nuclei familiari della Penisola, andando quindi a minare le frange più deboli. "Il dato sui 'suicidi da crisi' riflette un aumento non da poco, se si considera che sono circa 3.900 l'anno i suicidi in Italia. Non è mai facile avere dati precisi su quelli legati alla congiuntura economica perché, al di là delle notizie di stampa, l'associazione tra crisi e suicidio non è immediata o univoca e possono esserci anche altri fattori che hanno contribuito a portare una persona a darsi la morte. Ma il monitoraggio che stiamo conducendo da tempo conferma per l'Italia negli anni della crisi quanto osservato in precedenza in frangenti di pesante difficoltà economiche, penso agli anni della Grande recessione in America", spiega Maurizio Pompili.

Il nesso con il lavoro – La disoccupazione cresce, le tasse aumentano, i posti di lavoro invece si riducono, si licenzia con maggior frequenza e celerità, il potere d’acquisto crolla al punto dal non poter stare a tempo coi ritmi consumistici ai quali la società si era abituata. È quindi inevitabile che i soggetti più fragili vengano travolti dagli eventi. Secondo il direttore del Servizio per la prevenzione del suicidio dell'ospedale capitolino Sant'Andrea, ad essere maggiormente colpiti da questi periodi di difficoltà sono le persone in età lavorativa, che poi sono quelle che mandano le richieste di aiuto al centro diretto da Pompili.

Prevenzione e monitoraggio – I suicidi si possono prevenire, spiega Pompili, sottolineando che al Sant’Andrea vengono assistiti dagli ottocento ai mille soggetti all’anno tra helpline e visite dirette. Tuttavia la prevenzione sarebbe poco efficace se non fosse accompagnata, come invece avviene, da un monitoraggio costante. Tali attività hanno permesso la contrazione della percentuale di suicidi tra gli anziani. Maurizio Pompili, a tal proposito, sostiene che “sarebbe bene riflettere sui numeri: ogni anno sono circa 3.800 i morti per incidente stradale. Un fenomeno drammatico che però si cerca di contrastare con iniziative e progetti mirati. Ebbene, a conti fatti i suicidi sono ancor di più, ma si fa pochissimo per prevenirli. Non a caso il tema proposto quest'anno nella Giornata mondiale è 'Stigma: un grande ostacolo per la prevenzione del suicidio'. Lo stigma, come marchio negativo associato a coloro che hanno tentato il suicidio o alle persone che hanno perso un caro per suicidio, costituisce infatti uno dei principali problemi legati al fenomeno”.

L’emarginazione – L’emarginazione, infine, oltre ad essere una tra le cause che potrebbero indurre al suicidio, ne è anche conseguenza per chi vi sopravvive e per le rispettive famiglie o comunità. Un individuo che ha tentato il suicidio viene etichettato come ‘diverso’ o ‘malato’, nessuna possibile redenzione è prevista dai comuni canoni sociali. Anche questo sarebbe un aspetto sul quale lavorare. "Se i fattori centrali che alimentano lo stigma sono l'ignoranza, la paura e l'ostilità, allora gli antidoti possono e debbono essere l'informazione, la rassicurazione ed efficaci campagne anti-discriminazione", conclude il direttore del Servizio per la prevenzione del suicidio dell'ospedale Sant'Andrea di Roma.
Autore: REDAZIONE FISCAL FOCUS

Fiamme Gialle: Equitalia e Inps sotto tiro

L’indagine - Chi non aveva i requisiti poteva pagare sottobanco i funzionari ed accedere così alla rateizzazione per il pagamento dei tributi. A monte dell’inchiesta per corruzione che la Procura di Roma ha avviato vi sarebbe un simile assunto, che ha conseguentemente portato a ben 29 perquisizioni in abitazioni private e uffici, tra questi ultimi in particolare le sedi dell'Inps e di Equitalia tra Roma, Latina, Napoli, Venezia e Genova. Nello specifico, le acquisizioni documentali sono state tre e hanno riguardato gli uffici di Equitalia, dell’Inps e alcuni dei domicili degli indagati. Hanno ricevuto il provvedimento di perquisizione anche l’ex Direttore Regionale Equitalia del Lazio e l’attuale Direttore Regionale Liguria. I soggetti indagati sono cinque. 

I sospetti - Le numerose perquisizioni sono state condotte dal Nucleo valutario della Guardia di Finanza e rientrano nell'inchiesta per corruzione coordinata dai pm romani Francesca Loi e Francesco Ciardi. In particolare, gli inquirenti ritengono che possano sussistere validi sospetti di corruzione. L’ipotesi che ha mosso le indagini, portando alle varie perquisizioni, riguarda il modo in cui determinati funzionari di Equitalia avrebbero gestito l’accesso alla rateizzazione del pagamento dei tributi da parte di contribuenti che non ne possedevano i requisiti. Alla base dell’inchiesta vi è quindi l’assunto che questi funzionari avrebbero dato tangibili garanzie a imprenditori e professionisti in merito a vantaggi finanziari ai quali in realtà non avrebbero avuto diritto. Facendosi allettare dalla promessa di un guadagno economico, i funzionari indagati avrebbero fatto accogliere dall’ente istanze di rateizzazione di cartelle esattoriali prive però degli opportuni requisiti. Altro sospetto degli inquirenti è che vi siano altresì state delle interferenze nelle fasi di pagamento dei contributi previdenziali, finalizzate ad alterarne la correttezza e la visibilità. L’intento di simili operazioni sarebbe stato individuato nella definitiva rinuncia di Equitalia a procedere con le opportune esecuzioni immobiliari previste dalla relativa prassi. 

Equitalia collabora – Scosso dagli eventi, l’ente riscossore ha annunciato la propria aperta collaborazione alle indagini, rendendosi disponibile nei casi in cui gli inquirenti e gli investigatori avessero bisogno di ulteriori chiarimenti. Equitalia ha infatti affermato che “sta già collaborando con gli inquirenti affinché venga fatta piena luce sui fatti oggetto di indagine e sulle eventuali responsabilità. A tal fine, rimarrà a disposizione per fornire tutti i documenti e le informazioni necessari e procederà a porre in essere le opportune iniziative a tutela della funzione pubblica dell'agente della riscossione e della propria immagine”.

(fonte: http://www.fiscal-focus.it

Per chi paga in ritardo la bolletta luce e gas, nuove regole

Il primo settembre scorso sono entrate in vigore le nuove regole, varate dall’AEEG (Autorità per l’energia elettrica e gas) [1], che disciplinano i pagamenti in ritardo delle bollette di luce e gas. In verità, le novità dovevano entrare in vigore lo scorso mese di maggio, ma poi sono state rinviate al 19 settembre us.

Lettera di sollecito di pagamento
Se l’utente è in ritardo con il pagamento della bolletta, il gestore che eroga il servizio gli invierà una raccomandata a.r., avvisandolo della morosità e del conseguente rischio di vedersi sospesa la fornitura di luce o gas.

All’utente dovrà essere dato un termine per poter saldare la morosità. Tale termine non potrà essere inferiore a 15 giorni. La lettera dovrà anche specificare il giorno dal quale parte il conteggio di tale termine, e se esso non corrisponde all’invio (ma all’emissione) del sollecito, il termine minimo utile per pagare dev’essere di 20 giorni.

La lettera di sollecito deve inoltre indicare il termine entro cui può scattare la sospensione della fornitura. Tale termine non può essere inferiore a 3 giorni lavorativi dalla scadenza utile per pagare.

Risarcimento all’utente
Se il fornitore non rispetterà tali obblighi, sarà tenuto a un risarcimento nei confronti dell’utente. Tale risarcimento consisterà nell’accredito in bolletta di un indennizzo automatico che è pari a:
30 euro in caso di sospensione della fornitura senza aver inviato il preavviso;
20 euro in caso di sospensione della fornitura attivata prima della scadenza del termine utile per pagare o prima dei tre giorni lavorativi successivi.
Di tale suo nuovo obbligo il fornitore deve dare notizia nella lettera di preavviso.

La lettera di preavviso deve infine indicare la modalità con cui l’utente dovrà comunicare al proprio fornitore l’avvenuto pagamento.

In genere, viene fornito un numero di fax, ma per sicurezza è sempre consigliabile utilizzare una raccomandata a.r., che offre la certezza del ricevimento.

Ripristino del servizio
Se l’utente invia la comunicazione di avvenuto pagamento quando ormai l’utenza è stata già sospesa, la riattivazione del servizio dovrà intervenire entro massimo 2 giorni feriali (uno nei contratti di energia elettrica se la comunicazione viene fatta entro le ore 18). In caso di mancato rispetto di tale termine, il fornitore dovrà pagare un risarcimento di 30 euro.

La previsione di tali indennizzi automatici non esclude la possibilità per l’utente che abbia riportato ulteriori danni di richiedere un risarcimento maggiore, eventualmente intraprendendo una causa. In tal caso, il primo passo da compiere è di inviare una lettera di diffida per contestare il danno.


[1] Delibera 67/2013 che ha modificato le regole precedentemente valide in ambedue i settori (Delibera 4/2008 per l’energia elettrica e Delibera 99/2011 per il gas)

(ARTICOLO INTEGRALMENTE TRATTO DA www.laleggepertutti.it)

Sospesi gas, luce e acqua all’intero condominio se non pagano tutti i condomini

È legittima la sospensione delle forniture per i servizi condominiali (acqua, energia elettrica e gas) dell’intero edificio anche se solo alcuni condomini non pagano la propria quota di spese. Indipendentemente dai condomini adempienti e morosi, all’azienda erogatrice interessa il pagamento dell’intero importorisultante dalla bolletta.

Il contratto stipulato tra il condominio e le aziende erogatrici per la fornitura di energia elettrica, acqua e gas alle parti comuni degli edifici rientra nella categoria dei contratti di somministrazione. Tale tipo di contratti prevede la facoltà del gestore somministrante di sospendere la fornitura nell’ipotesi di ritardato pagamento delle bollette [1].

Nel caso del condominio, il gestore vanta il proprio credito complessivo (relativo ai consumi registrati e fatturati) unicamente nei confronti dell’amministratore (il quale rappresenta l’intero condominio) e non nei confronti dei singoli condomini.
In altri termini, il rapporto credito-debito nei contratti di somministrazione delle utenze condominiali nasce tra azienda fornitrice e condominio, inteso come l’intera collettività composta da tutti i condomini rappresentati dall’amministratore.

È l’amministratore ad interfacciarsi con il gestore delle utenze e non il singolo proprietario dell’appartamento. Ciò vale, si badi bene, solo per le utenze di cui beneficino le parti comuni degli edifici (e non le singole unità immobiliari): per es. la luce delle scale e l’acqua dei cortili condominiali.

Ne deriva che la sospensione delle forniture per i servizi condominiali dell’intero edificio costituisce una conseguenza dell’inadempimento dell’unico utente “condominio”.

Non conta che alcuni condomini abbiano pagato la propria quota e altri no. Tanto che l’amministratore, in caso di sospensione delle forniture, non può opporre al fornitore il ritardo nel pagamento delle rate da parte di qualcuno dei condomini.

Rispetto al contratto di utenza condominiale, dunque, non ci sono più debitori obbligati, ma un solo utente/debitore (il condominio). Se il condominio non paga le bollette, è legittima l’interruzione delle forniture.


(Articolo della Dott.ssa M. Monteleone su www.laleggepertutti.it)

Equitalia risarcisce il danno biologico per l’ipoteca illegittima

Non solo la cancellazione dell’ipoteca, ma anche il risarcimento del danno biologico da micropermanenti: a questo ha diritto il contribuente cui Equitalia abbia iscritto, sulla casa, una ipoteca illegittima per via delle cartelle pazzeemesse dal Comune. Tenuto al risarcimento, oltre all’agente della riscossione, è anche lo stesso Comune, in solido.
A stabilirlo, in un dei tanti casi italiani di “mala-riscossione”, è stato il Giudice di Pace di Lecce con una recente sentenza [1].

Se il contribuente, vedendosi piombare un’ipoteca senza alcun fondamento giuridico, subisce una reazione traumatica da stress, la giurisprudenza della stessa Cassazione gli riconosce il danno non patrimoniale [2] (si tratta di una menomazione psico-fisica della persona, che incide sul valore uomo in tutta la sua concreta dimensione).

Ovviamente, la lesione deve essere accertata da un Consulente tecnico d’ufficio, nominato dal giudice. Valutata la perizia, il giudice – stando alla sentenza in commento – applica, per liquidare il risarcimento, la tabella per il danno biologico di lieve entità previsto dal codice delle assicurazioni.

IN PRATICA

Se l’ipoteca sulla casa, iscritta da Equitalia, viene dichiarata illegittima dal giudice (in quanto il tributo non era dovuto), è possibile ottenere, oltre ovviamente alla cancellazione dell’ipoteca stessa, anche il risarcimento del danno biologico.

A tal fine è necessario dare la prova di aver subito uno stress e una conseguente reazione traumatica. Ad accertare il danno è il perito nominato dal giudice.

[1] G.d.P. Lecce sent. n. 3013/13, magistrato onorario dott. Cosimo Rochira.
[2] Cass. sent. n. 21428/07.

(fonte: www.laleggepertutti.it - articolo del 18/09/2013 di redazione)

Equitalia non può procedere al pignoramento del conto corrente intestato ancora al defunto o a tutti gli eredi. Pignoramento bene indiviso

Cassazione, sentenza del 19 marzo 2013

Il Concessionario della riscossione non può pignorare la quota del conto corrente bancario del debitore esecutato se la massa ereditaria è comprensiva di altri beni.

La sentenza. È quanto si evince dalla sentenza n. 6809/13 della Corte di Cassazione, pubblicata ieri.

Il caso. Nel caso di specie, Equitalia pignorava i saldi attivi esistenti presso un banca e intestati al deceduto sig. X. I predetti beni appartenevano agli eredi dell’uomo (i tre figli), di cui uno debitore esecutato.

Provvedimento di assegnazione. Resa la dichiarazione di quantità, il giudice dell’esecuzione disponeva l’assegnazione di un terzo del compendio pignorato al creditore procedente. A questo punto, l’esecutato ha impugnato l’ordinanza di assegnazione, eccependo l’inespropriabilità “di un singolo bene indiviso facente parte di una comunione ereditaria”. Equitalia si è costituita in giudizio, deducendo l’applicabilità delle disposizioni di cui agli artt. 599 e segg. del codice di procedure civile, “anche nel caso di comunione ereditaria” e, segnatamente, di cointestazione di un conto corrente bancario. Ebbene, il Tribunale ha confermato l’assegnazione. Dal che la decisione del debitore di sottoporre la vicenda all’attenzione della Suprema Corte.

La Corte. Ebbene, gli Ermellini hanno accolto il ricorso, cassando con rinvio la sentenza gravata. Nelle motivazioni, il Collegio ha ribadito quanto già precisato dalla giurisprudenza di legittimità (da ultimo, v. Cass. n. 10334/2005), vale a dire:
a) che l’espropriazione forzata dell’intera quota, spettante a un compartecipe, dei beni compresi in una comunione, è certamente possibile, ma limitatamente a tutti i beni indivisi di una singola specie (immobili, mobili o crediti);
b) che, iniziata l’espropriazione della stessa, il giudice dell’esecuzione può disporre la separazione in natura della quota spettante all’esecutato (debitore), se questa è possibile o, in caso contrario, ordinare che si proceda alla divisione, oppure disporre la vendita della quota indivisa;
c) che non è invece ammissibile l’espropriazione forzata della quota di un singolo bene indiviso, quando la massa in comunione comprenda più beni della stessa specie, perché potendo, in sede di divisione, venire assegnato al debitore una parte di un altro bene facente parte della massa, il pignoramento potrebbe non conseguire i suoi effetti, per inesistenza nel patrimonio del debitore, dell’oggetto dell’esecuzione.
(Fonte: http://www.fiscal-focus.info/giurisprudenza/equitalia-pignoramento-bene-indiviso,3,13784)

lunedì 9 settembre 2013

Finanza marcia in Italia, è scandalo Banca Carige

ROMA (WSI) - Ora non è più questione di un uomo solo al comando, di personalismi, favoritismi e campanilismi. Non è più la storia del siluramento, dopo 25 anni al vertice, di Giovanni Berneschi e del suo tentativo di resistere al blitz del principale azionista, la Fondazione guidata da Flavio Repetto che controlla la banca con il 47%. La vicenda di Banca Carige ora fa tappa dalla magistratura. 

Ieri gli ispettori di Bankitalia, gli stessi che hanno steso una durissima relazione su Carige scoperchiando un andazzo che durava da lunghi anni, hanno consegnato al procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, i risultati del loro lavoro, concluso il 26 luglio scorso. 

Dell’indagine si occuperanno lo stesso Di Lecce e il procuratore aggiunto Nicola Piacente. Le relazioni degli ispettori sono due e riguardano da una parte l’istruttoria e la concessione di mutui e prestiti e l’intervento economico nel sociale; dall’altra manovre economico-finanziarie che hanno suscitato dubbi e sospetti. 

Le carte di Bankitalia sarebbero arricchite anche da alcune relazioni di Consob che è intervenuta recentemente su alcune operazioni di short selling effettuate dalla banca. Nei fascicoli anche alcuni rilievi amministrativi in merito alla vendita di Sgr del gruppo Asset Management e sul rapporto "controllori-controllati" che secondo gli ispettori non avrebbero portato ai dovuti provvedimenti. 

In particolare gli ispettori hanno evidenziato questi aspetti alla procura di Genova e hanno fatto riferimento anche alle segnalazioni di Banque de France sulla filiale di Nizza di Banca Carige. Nel 2010, la banca centrale francese aveva segnalato il mancato adeguamento della filiale alle norme contro il riciclaggio di denaro sporco. Rilievi effettuati già nel 2002 e nel 2005 e conclusi con due multe da 150 mila euro.

In particolare nel 2005 Banque de France si era occupata di un’operazione da 583 mila euro versati su un conto di Carige Nizza a fronte della vendita di immobili in Italia per 186 mila euro. Un’operazione che, secondo Banque de France «giustifica il sospetto che le somme potrebbero provenire da attività illecite», così come il deposito di oltre 210 mila euro a fronte della vendita di opere d’arte da parte di una donna senza reddito. Operazioni che Carige Nizza, scrivono i francesi, «non ha segnalato a Tracfin» (il servizio francese antiriciclaggio). 

Ma le accuse mosse da Bankitalia riguardano anche rischi di rientro da prestiti e mutuiscarsamente e opportunamente valutati, la distribuzione dei poteri ai vertici della banca, la difficoltà del cda nel rendere sostanziali le critiche alla gestione dell’ex presidente Berneschi. 

Carige ha 6 mila dipendenti (3 mila in Liguria) e 2 milioni di clienti, tutti a Genova hanno un conto, o lavorano o hanno parenti che lavorano nella banca (o tutti e tre le cose): è evidente che in città non si parli d’altro. Fanno rabbia i soldi erogati agli amici degli amici, mentre i comuni cittadini devono sudare le proverbiali sette camicie per poi vedersi (spesso) negare un piccolo mutuo. 

Anche per questo su Carige ieri è ritornato il sindaco Marco Doria. «Le osservazioni e i rilievi della Banca d’Italia richiedono che al più presto un nuovo consiglio assuma la piena responsabilità nella gestione di una banca le cui fondamenta sono sane e che ha grandi potenzialità». 

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LE PEGGIORI BANCHE IN ITALIA. SCANDALI E RUBERIE

OMA (WSI) - Son 11 le banche in amministrazione straordinaria mentre una risulta in Gestione Provvisoria. E' la Banca delle Marche l'ultimo istituto di credito messo in 'Gestione provvisoria' secondo quanto comunica la Vigilanza della Banca d'Italia, che ha reso noto l'elenco delle aziende di credito oggetto di provvedimenti straordinari.

La Banca di Ancona e' stata infatti sottoposta alla Gestione provvisoria a far data dal 27 agosto, ma sono soprattutto le Bcc a segnare il maggior numero di istituti sotto 'amministrazione straordinaria': si tratta in particolare delle Bcc, di Monastier e del Sile; di S.Francesco; del Veneziano; Euganea e Ospedaletto; di Alberobello e Sammichele di Bari.

Presenti anche nell'elenco delle banche in amministrazione straordinaria, la Cr della Provincia di Teramo (Banca Tercas), e la Banca Popolare di Spoleto, oltre alla Cr di Ferrara, e l'Istituto per il Credito Sportivo. Tra gli intermediari non bancari, Spoleto Credito e Servizi Societa' Cooperativa. Ma appartengono sempre alla categorie delle Bcc e banche di credito cooperativo, le altre due banche: Banca dei Due Mari Credito Cooperativo e Bene Banca Credito Cooperativo di Bene Vagienna. (ASCA)

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Sofferenze record

articolo di Giorgio Meletti 

Da 13 anni, cioè dal 2000, le sofferenze bancarie non raggiungevano un livello così alto rispetto agli impieghi: secondo i dati di giugno dell'Abi (Associazione bancaria italiana) siamo al 7,1 per cento. Significa che, dei quasi 2 mila miliardi che le banche italiane prestano alle imprese grandi e piccole e alle famiglie, sono arrivati a 138 miliardi i soldi che gli istituti stentano a riavere indietro (aziende in crisi, famiglie in difficoltà che non riescono a pagare le rate del mutuo etc.).

Le banche soffrono, dunque, e il dato statistico riflette un quadro drammatico: alle difficoltà delle aziende e delle famiglie colpite dalla crisi economica si aggiunge l'esplosione dei casi di mala gestione o crediti facili di cui alle cronache di questi mesi, dal caso Zaleski al caso Banca Marche, dal Mps a Carige.

Due gli elementi preoccupanti. Il primo, ovvio, è che perdurando la crisi le possibilità di recupero di queste cifre appaiono basse, e dunque l'eventualità che sul sistema bancario si abbatta una tempesta da 100 miliardi non è remota. Il secondo è la progressione del fenomeno. Nell'estate del 2007, all'immediata vigilia della crisi finanziaria internazionale, i crediti in sofferenza del sistema bancario italiano erano attorno ai 16 miliardi.

In sei anni si sono moltiplicati di oltre otto volte, con un'accelerazione impressionante: triplicati in due anni (nell'estate del 2009 avevano toccato i 50 miliardi), ulteriormente raddoppiati nei successivi due anni (nell'estate del 2001 furono toccati i 100 miliardi), fino ai 138 miliardi di giugno scorso. La previsione dell'Abi e di Bankitalia è che l'ammontare delle sofferenze continuerà a salire. Un anno fa l'Abi formulò una previsione che oggi risulta ottimistica: le sofferenze sarebbero arrivate al 7,2 per cento degli impieghi nel 2014. A metà del 2013 siamo già al 7,1 per cento.

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BANCHE: "HANNO SMESSO DI FARE IL LORO MESTIERE"

ROMA (WSI) - Sofferenze in crescita, prestiti giù, e tutto questo a fronte di tassi sui mutui in rialzo. Questo il quadro del sistema bancario italiano.

Stando al rapporto di Bankitalia sulle "principali voci dei bilanci bancari", i tassi d'interesse, comprensivi delle spese accessorie, sui finanziamenti che sono stati erogati alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono saliti al 3,96% rispetto al 3,90% del mese precedente. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo si sono attestati al 9,52% o (9,55% di giugno). 

I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,41% (4,30 nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia sono aumentati al 2,96% (2,77% a giugno). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all'1,05%(1,08% a giugno).

Nello stesso arco temporale i prestiti che le banche hanno erogato ai privati sono scesi su base annua -3,3%, peggio del -3% di giugno, e al tasso peggiore degli ultimi 12 mesi. 

Precisamente, i prestiti erogati alle famiglie sono scesi dell'1,1% su base annua (-1% a giugno); quelli alle società non finanziarie sono scesi - 4,1%, come a giugno. Sul fronte della raccolta, a luglio il tasso di crescita dei depositi del settore privato è stato del 5,9% (6% a giugno) mentre la raccolta obbligazionaria è calata del 6,3% sui dodici mesi (-4,2% nel mese precedente).

In peggioramento il quadro delle banche italiane: le sofferenze bancarie hanno registrato un tasso di crescita pari al 22,2%, contro il 21,9% di giugno. 

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''Le banche continuano nella loro politica disastrosa: o si tengono i soldi o li danno a caro prezzo. Da quando e' scoppiata la crisi le banche hanno smesso di fare il loro mestiere, che e' quello di far circolare moneta nel sistema, contribuendo al fallimento di famiglie e imprese''. Lo afferma, in una nota, il Codacons, in merito ai dati diffusi oggi da Bankitalia su prestiti e tassi di interesse. L'associazione dei consumatori chiede al Governo di ''stare, almeno per una volta, dalla parte dei clienti delle banche, eliminando, ad esempio, balzelli assurdi come le commissioni di istruttoria veloce, aumentando la concorrenza e riducendo i privilegi'' e suggerisce di ''tassare seriamente le transazioni finanziarie, in modo da rendere meno appetibili gli impieghi meramente speculativi a vantaggio degli investimenti a sostegno dell'economia reale e del sistema produttivo''. (ASCA)