venerdì 28 settembre 2012

ENERGIA ELETTRICA E GAS. PREVISTI ULTERIORI AUMENTI

Ancora brutte notizie purtroppo...

Mentre in Europa scende il costo del gas e luce scendono... in Italia sono previsti aggravi che si ripercuoteranno non solo sul bilancio familiare in forma diretta (nel pagamento delle bollette) ma anche nel rincaro delle materie prime e indispensabili che subiranno ulteriori rincari.
Il costo energia elettrica, infatti, è salato non solo per le famiglie, ma anche per le aziende italiane che, secondo confartigianato, l’anno scorso hanno pagato 10.077 milioni di euro in più rispetto alla media europea. Dall’indagine risulta che i costi più alti sono stati pagati dalle aziende di Milano e lombardia, che per la luce hanno speso 5.848 miliardi di euro in più.
 
Come rende noto confartigianato, “la regione più penalizzata è la Lombardia, con 2.289 milioni di euro di maggiori costi rispetto alla media europea, seguita dal Veneto con un gap di 1.007 milioni di euro, dall’Emilia Romagna con 904 milioni e dal Piemonte con 851 milioni”. se, invece, si considerano le province anziché le regioni, si scopre che al primo posto c’è Milano (con una spesa media di 555 milioni di euro), seguita da Brescia (467 milioni di euro), Roma (447 milioni), Torino (343 milioni) e Bergamo (293 milioni).
Insomma, gli imprenditori del bel paese spendono mediamente 2.259 euro all’anno in più rispetto ai loro colleghi europei.
 
Altri aumenti in vista
"Le tariffe aumenteranno un pochino, sia il gas che la luce" ha spiegato l'esperto parlando a margine di un convegno, notando come si vada "verso i massimi storici mentre in Europa scendono". Di quanto saranno alleggerite le tasche degli italiani non è ancora dato sapere, essendo la decisione rimessa all'Autorità per l'energia elettrica e il gas, istituita nel 1995 con la funzione di "tutelare gli interessi dei consumatori e di promuovere la concorrenza, l'efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità, attraverso l'attività di regolazione e di controllo". Attività che prevede anche l'aggiornamento trimestrale delle tariffe a ogni inizio trimestre e dunque dal primo ottobre per quanto riguarda gli ultimi tre mesi di ogni anno.
 
Ma cosa può essere andato storto rispetto alla scorsa estate, quando, scattato il primo luglio un aumento dello 0,2% per l'elettricità, pari a un euro in più all'anno in bolletta, e del 2,6% per il gas, equivalente a un rincaro medio di 32 euro l'anno a famiglia (contro stime diNomisma che parlavano rispettivamente di incrementi tariffari dell'1,5% e del 2%), il centro studi prevedeva che a ottobre i prezzi avrebbero iniziato a scendere? In teoria il principale imputato resta l'andamento del prezzo di petrolio, dell'olio combustibile e del gasolio.
 
Nel caso della tariffa elettrica, in particolare, l'Authority guarda al prezzo dell'energia elettrica sulla borsa elettrica, il Pun (Prezzo unico nazionale), attualmente attorno ai 79,76 euro/Mwh contro gli 87,79 euro/Mwh di fine giugno, sommando poi alcuni oneri generali di sistema quali la promozione dell'efficienza energetica, i regimi tariffari speciali e le compensazioni economiche per le comunità che vivono in territori con impianti nucleari. Nel complesso, dunque, il calo della prima voce rischia di essere compensato o più che compensato dagli ulteriori incrementi delle restanti voci.
 
Diverso il caso del gas: in questo caso l'Autorità aggiorna i prezzi di riferimento sulla cui base stabilisce le tariffe utilizzando le quotazioni medie sui mercati internazionali di petrolio, olio combustibile e gasolio nei nove mesi precedenti, fatto salvo l'ultimo mese. In questo caso si prenderanno dunque a riferimento i prezzi tra il dicembre dello scorso anno e lo scorso agosto, periodo in cui, ad esempio, il prezzo del petrolio è andato dai circa 100 dollari al barile di fine dicembre a un massimo di 110,55, per poi crollare sino a 77,30 dollari prima di rimbalzare sugli attuali 90,7 dollari.
 
Nel complesso l'Autorità presieduta da Guido Bortoni non dovrebbe imporre ulteriori sacrifici particolarmente pesanti alle tasche degli italiani, ma visto che già in tutti e tre i precedenti trimestri le tariffe sono aumentate e che negli ultimi 18 mesi l'incremento è sensibilmente superiore a quello dell'inflazione nello stesso periodo, l'allarme lanciato dal Nomisma rischia di far saltare i nervi a molte famiglie italiane, da anni ormai alle prese con la difficile acrobazia di arrivare a fine mese, facendo lo slalom tra inflazione, rincari di imposte e diminuzione del reddito disponibile.

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