giovedì 13 giugno 2013

SANITA'... ALL'ITALIA SPETTANO GLI ULTIMI POSTI D'EUROPA

Fino a qualche anno fa almeno potevamo vantarci di avere uno fra i migliori sistemi sanitari al mondo.

Ora, a causa del concatenarsi dei tagli economici e del progressivo peggioramento delle performance di dirigenti e consulenti in materia di organizzazione sanitaria, siamo retrocessi nelle posizioni anche europee.

Questa non è la convinzione dello staff di questa associazione bensì l'agghiacciante scenario sintetizzato dalla Fondazione Chirurgo e Cittadino sulla scorta di tre diverse statistiche di altrettanti istituti di ricerca indipendenti europei.

Alcuni esempi:
- l'Italia si piazza all'ultimo posto fra i paesi industrializzati per investimenti nel settore della sanità (fonte: Organization for Economic Co-Operation and Development - OECH Helth data 2012). Lontano quindi lo scenario del 2000 in cui la nostra sanità ricopriva il II^ posto al mondo per capacità di risposta assistenziale universale in rapporto alle risorse investite
- in ambito di "QUALITA'" dell'assistenza attribuito al SSN italiano i risultati sono sconcertanti.
su un paniere di 34 Sistemi Sanitari di altrettanti paesi europei è stata condotta un'indagine basata su 42 diversi indicatori di performance ed ecco il piazzamento dell'Italia
a) 10^ in ambito di "DIRITTI DEL MALATO ED INFORMAZIONE". Prima di noi paesi come la Croazia, l'Estonia e la Lituania
b) 11^ nella valutazione dei "RISULTATI". Prima di noi paesi come la Repubblica Ceca e la Slovenia.
c) 21^ nell'analisi di "ACCESSIBILITA' E TEMPI DI ATTESA". In classifica prima di noi si leggono paesi come la Grecia, Cipro e la Romania
d) 26^ per "PREVENZIONE ED EQUITA' DI SISTEMA". Dopo Portogallo, Malta, Slovacchia...

Nel complesso l'Italia si stabilisce al 21^ posto della classifica.

Insomma, la triste realtà che i nostri tesserati ci raccontano in storie di quotidiane disavventure viene avvallata anche dagli studi di tre diversi ed indipendenti studi europei.
Storie di tristi povertà nazionali e locali, in cui i tagli lineari spesso immotivati e la mancanza di una cortezza dei reali sprechi (che devono essere drasticamente e repentinamente colpiti) si trasformano in minor investimenti in materia di salute ed in investimenti poco oculati.

A farne le spese, come al solito, sono solo i cittadini...

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