lunedì 17 dicembre 2012

Nasce il domicilio digitale del cittadino: una PEC per ogni italiano

Prosegue, nonostante le critiche, il cammino di implementazione della PEC nel processo di comunicazione tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino: il Decreto Sviluppo Bis [4] ha previsto la possibilità, per ogni cittadino italiano, di indicare alla P.A. un proprio indirizzo di posta elettronica certificata quale suo domicilio digitale attraverso il quale, per il futuro, comunicare con la P.A. stessa.

Si tratta di una facoltà e non di un obbligo, ma è facile intuire quali saranno i futuri sviluppi di questo sistema.

Tutti gli indirizzi PEC che i residenti avranno comunicato all’amministrazione saranno inseriti nell’Anagrafe nazionale, che fungerà da vero e proprio elenco, accessibile a tutte le P.A. ed esercenti di pubblici servizi.

Ogni italiano potrà decidere quindi di avere un “domicilio digitale” con cui dialogare con la Pubblica Amministrazione e ivi ricevere ogni tipo di comunicazione.

Il nuovo meccanismo sarà già in vigore dal primo gennaio 2013: in forza di esso, le amministrazioni pubbliche e i gestori o esercenti di pubblici servizi comunicheranno con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale dallo stesso dichiarato, senza oneri di spedizione a suo carico.

Ogni altra forma di comunicazione non potrà produrre effetti pregiudizievoli per il destinatario: questo significa che se anche la P.A. deciderà di procedere (anche) a notifiche in modo differente dalla PEC (per es. con raccomandate o posta ordinaria), esse si considereranno come non effettuate, e tutti gli effetti si produrranno solo dal momento della comunicazione attraverso il domicilio digitale.

[1] Art. 4.
 
 (articolo del 17/12/2012 della redazione di www.laleggepertutti.it)

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