lunedì 8 ottobre 2012

ANATOCISMO. LA BANCA CONDANNATA A RESTITUIRE QUASI 370mila EURO

Una sentenza «splendida». Esulta Federitalia, l’associazione onlus che ha fatto della “guerra all’anatocismo bancario” la sua missione. A conferma dell’importanza di una corretta informazione nei confronti dei risparmiatori, Federitalia ha diffuso il verdetto con il quale, nell’agosto scorso, la Cassa di Risparmio di Ferrara è stata condannata in primo grado in sede civile a rifondere a un correntista la bellezza di 368.657,09 euro, e a pagare le spese processuali. La sentenza pronunciata dal giudice monocratico di Ferrara Anna Ghedini rappresenta un esempio importante come - interpellato - spiega l’avvocato Luca Dani che ha assistito il correntista nella causa: «Spesso il cittadino non è consapevole che, nel rapporto con la banca, gli possono essere addebitati pagamenti non dovuti, si tratti appunto dell’anatocismo - ovvero l’applicazione degli interessi sugli interessi, che è illegittima - oppure di costi del denaro non pattuiti. Somme che, nel lungo periodo, possono diventare anche considerevoli, come nel caso della sentenza in questione». La verifica effettuata dal consulente tecnico d’ufficio ha stimato infatti in quasi 370mila euro la somma di denaro che, dal 1994 al 2006, la banca avrebbe richiesto indebitamente al suo correntista. «Liquidità che in questi anni avrebbe dovuto essere nella disponibilità del mio cliente - prosegue l’avvocato Dani - Una circostanza che assume un significato ancora più pesante in un periodo di crisi economica come questo, e che vede spesso famiglie e imprenditori nella necessità di richiedere proprio alle banche prestiti e finanziamenti». L’istituto di credito, da parte sua, ha già annunciato ricorso. Ma i casi come quello appena illustrato potrebbero non rimanere isolati. La stessa Federitalia (che ha sede a Parma in via Caselli 7) invita «tutti i correntisti della Carife» a richiedere all’associazione una «perizia gratuita per il ricalcolo degli interessi anatocistici dei quali avete diritto a richiedere la restituzione».
 
Articolo pubblicato su La Nuova Ferrara il 13settembre2012

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