venerdì 19 ottobre 2012

ORMONI AI BAMBINI IN CAMBIO DI SOLDI E REGALI. LA BATTAGLIA DI A.E.C.I. PER DEBELLARE QUESTI MEDICI IGNOBILI

L'articolo del 17 ottobre del corriere.it - "Ormoni ai bambini in cambio di denaro" - ci ha convinto, ma non avevamo bisogno di ulteriori prove, che le battaglie condotte da A.E.C.I., per ottenere la prescrizione del principio attivo e non del farmaco sulla ricetta, è stata cosa buona e giusta. Secondo il corriere infatti, sono stati indagati 67 medici in tutta Italia. Avrebbero prescritto farmaci ormonali, anche ai bambini, con dosaggi al di sopra delle indicazioni terapeutiche per ricevere denaro e regali dall'azienda farmaceutica Sandoz (sede a Vercelli, filiale a Venezia), che li avrebbe corrotti tramite gli informatori scientifici. Sono 67 i medici di ospedali pubblici e privati di Roma e tutta Italia coinvolti ed indagati nell'inchiesta dei Nas "Do ut des": tra di loro tre veneti: due pediatri Veronesi e una endocrinologa di Padova molto nota in città.
Le ipotesi di accusa alla base dell'operazione condotta sono: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, istigazione alla corruzione, truffa aggravata, falso e comparaggio.

Indagati anche dodici fra dirigenti e informatori farmaceutici della Sandoz, società che si occupa della produzione di farmaci ormonali e per la crescita, e il titolare di un'azienda che organizza eventi.

Per ogni nuovo paziente che utilizzava i suoi farmaci gli informatori scientifici riuscivano a pagare sino a 2mila euro: un sistema tariffario macabro, variabile a seconda della durata della terapia, per piazzare ormoni sui bambini. I flussi di denaro avvenivano attraverso la ONLUS legata alla società Sandoz e giustificati con documentazione di false consulenze, contributi a congressi, seminari e trasferte per partecipazioni a convention internazionali.

Dalla stessa inchiesta, condotta dai NAS e coordinata dalle Procure di Bologna e Busto Arsizio, è emerso che per i medici compiacenti non c'erano solamente soldi e regali.
All'Umberto I di Roma, per esempio, si era riusciti ad affinare una preziosa arte del baratto: false attestazioni di partecipazioni a congressi a NewYork per giustificare l'assenza dal servizio contro 60 nuovi bambini/pazienti a cui prescrivere l'ormone della crescita.
V'è persino un caso in cui ad un medico compiacente è stato promesso un contratto da ricercatore per 50mila euro all'anno per otto anni a partire dal 2010.

Ma cosa somministravano questi medici ai bambini?
Tra i farmaci prescritti c'erano l'Omnitrope, un ormone della crescita con il principio attivo della Somatropina, e il Binocrit, un farmaco che fa aumentare la produzione di globuli rossi. Entrambi sono utilizzati come anabolizzanti e considerati sostanze dopanti.

Dagli atti dell'inchiesta emergerebbe che la Sandoz sapeva e avrebbe agito al suo interno anche con provvedimenti disciplinari. In una nota la casa farmaceutica sottolinea «di avere collaborato appieno con le autorità nel corso dell'inchiesta e di avere intrapreso severe azioni disciplinari nei confronti dei dipendenti coinvolti».
 
Quasi incredibile pensare che si possa arrivare a tanto, al fine di ottenere qualcosa, scherzando sulla salute di cittadini e, soprattutto, bambini.
E mentre attendiamo l'esito dell'inchiesta degli investigatori, cui è dato compito soprattutto scoprire se i pazienti non abbiano subito danni fisici per il presunto sovradosaggio di farmaci non necessari, viviamo nella speranza è che l'industria farmaceutica non trovi sistemi alternativi (per esempio concentrandosi ora non più sui medici ma sui farmacisti) per poter vendere prodotti inutili e dannosi.

 

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