domenica 21 ottobre 2012

BANCHE: SENTENZA CASSAZIONE CONTRO ANATOCISMO

La norma sull’anatocismo bancario contenuta nel decreto Milleproroghe del 2010 è illegittima. Lo ha dichiarato la Corte Costituzionale (con la sentenza n.78/2012). Questa norma regola i tempi di prescrizione per presentare ricorso contro le banche che hanno applicato l’anatocismo, ossia la contabilizzazione trimestrale degli interessi bancari passivi.
 
La norma calcola i tempi di prescrizione decennale dal compimento di ogni singola operazione e non dalla data di chiusura del conto corrente, come aveva ribadito la Corte di Cassazione con una sentenza del 2 dicembre 2010.
 
La Corte, raccogliendo 9 ordinanze di tribunali diversi, sottolinea come “retrodatando il decorso del termine di prescrizione” e derogando dalle disposizioni del codice civile, la norma rende “asimmetrico il rapporto contrattuale di conto corrente” fra correntista e banca.
 Infatti “finisce per ridurre irragionevolmente l’arco temporale disponibile per l’esercizio dei diritti nascenti dal rapporto, pregiudicando la posizione giuridica dei correntisti che, nel contesto giuridico anteriore all’entrata in vigore della norma, abbiano avviato azioni dirette a ripetere somme illegittimamente addebitate”.
 
Insomma una norha che "violava vari principi costituzionali, tra cui quello di ragionevolezza e di uguaglianza, nonché i principi delle norme della CEDU".
 
Un'altra sacrosanta vittoria delle Associazioni Consumatori e degli utenti verso i governi che si sono succeduti in questi anni e che hanno dimostrato grande attenzione alle caste ed ai potentati grazie (e per una volta possiamo dirlo apertamente) alla Giustizia, come hanno dimostrato le S.U. della Casazione e della Corte Costituzionale.
 
Questa sentenza rappresenta un elemento fondamentale che dona un attimo di sollievo a tutti quei correntisti che avevano un processo pendente al momento dell'entrata in vigore del decreto "MilleProroghe" e che dona maggiore serenità anche a coloro che stanno ponderando di promuovere un'azione giudiziale per far valere i prori diritti ed ottenere, ove ne sussistano i presupposti, la restituzione del mal tolto da parte delle banche.
 
Prima dell’entrata in vigore della norma, finalmente dichiarata illegittima, numerose erano state la vittorie giudiziali dei consumatori che hanno comportato la restituzione di quanto illegittimamente percepito da parte delle Banche ed oggi, grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, tantissimi altri correntisti potranno agire in giudizio per far valere i propri diritti”.
 
A.E.C.I. invita chi ha o ha avuto un contratto di conto corrente (purché non chiuso da più di 10 anni) che ha registrato degli scoperti ed al quale sono state illegittimamente addebitate somme da parte delle banche, ad inviare una formale diffida, attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno alla propria Banca, chiedendo la restituzione delle somme illegittimamente percepite.
 
Per consulenza ed assistenza alla Vostra pratica A.E.C.I. rimane a Vostra disposizione ai numeri telefonici del fisso 0439.300030 o del mobile 347 74 21 260 ovvero all'indirizzo mail feltre@euroconsumatori.eu
 
 
(fonte:www.controlacrisi.org)

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