lunedì 4 febbraio 2013

I genitori rispondono del reato del figlio minore non educato a dovere

Le colpe dei padri – dice Geremia nella Bibbia – ricadono sui figli. Ma talvolta anche quelle dei figli ricadono sui padri. I genitori sono infatti responsabili delle azioni commesse dal figlio minore d’età. L’unico modo, per questi, di evitare una condanna a risarcire i danni provocati dalle malefatte del minorenne, è di provare, davanti al giudice, di non aver potuto impedire il fatto (art 2048 CC).

Un’applicazione di tale principio, per esempio, l’ha fornita il Tribunale di Genova, in una sentenza dello scorso 21 gennaio. Il magistrato ha ritenuto responsabili i genitori di un ragazzo che aveva accoltellato un coetaneo per futili motivi.

Onde dimostrare di aver fatto di tutto per “impedire il fatto” (pur trattandosi di un evento, quello di una coltellata, in sé imprevedibile e inevitabile), i genitori dovevano provare – secondo l’interpretazione del Tribunale – di aver dato al ragazzo una educazione consona e matura. E questo, si legge in sentenza, non è avvenuto.

La mancanza di educazione potrebbe, per esempio, desumersi:
- dalle modalità con cui è avvento l’illecito: modalità che, nel caso di specie, hanno dimostrato l’incapacità del reo di rapportarsi ad altre persone;
- da una perizia sul minore disposta dal giudice: anche su questo versante,il giovane presentava una grave immaturità sul piano cognitivo e affettivo. Il perito ha infatti ricondotto le lacune formative alla provenienza da una famiglia “morbosamente chiusa” in sé stessa.
 

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