lunedì 11 febbraio 2013

Omesso versamento di ritenute all’INPS sulle retribuzioni: reato anche per piccoli importi

Scatta il decreto penale di condanna per l’imprenditore che non versa all’INPS le ritenute previdenziali e assistenziali sulle retribuzioni dei propri dipendenti, anche se si tratta di somme inferiori a 1.500 euro e riferite a poche mensilità [1]. Tale condotta configura reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali che prevede la reclusione fino a tre anni e multa fino a 1.032 euro [2].
La norma penale è volta a tutelare i lavoratori dipendenti dal comportamento del datore che, una volta trattenuti i contributi previdenziali, se ne appropria indebitamente senza versarli all’INPS. Di conseguenza, viene punita non solo la condotta omissiva ma anche e soprattutto l’appropriazione non dovuta di somme rientranti a pieno titolo nella retribuzione dei dipendenti. Le ritenute previdenziali, infatti, sono una componente essenziale del salario che il datore deve corrispondere ai propri lavoratori e l’INPS vanta un credito verso il datore solo per il fatto che quest’ultimo abbia assunto dei lavoratori alle proprie dipendenze [3].
Affinché si configuri il reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali, è sufficiente che il datore non abbia provveduto, entro il termine fissato dall’INPS, a versare le ritenute dopo il pagamento della retribuzione ai dipendenti.
La Cassazione [1], di recente, ha sottolineato che non il reato scatta anche per debiti esigui. Neppure vi è giustificazione per l’impresa che versi in crisi economica o che abbia dato la priorità a debiti più urgenti [4].

In pratica

Il datore di lavoro può evitare il procedimento penale solo se egli provvede al versamento dei contributi entro tre mesi dall’avviso di contestazione inviatogli dall’INPS, o se quest’ultimo non gli sia stato notificato, entro tre mesi dalla notifica del decreto penale di condanna.
[1] Cass. sent. n. 5853/2013.
[2] Art. 2, c. 1bis, del d.l. n. 463/1983.

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