sabato 2 febbraio 2013

Isee: cos’è e come cambia nel 2013

Il mondo dei controlli del fisco italiano, oltre al redditometro, si arricchisce quest’anno di importanti novità riguardanti l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente), al fine di distribuire in maniera più equa le prestazioni sociali erogate dallo Stato.

Che cos’è l’Isee?
L’Isee è uno strumento che consente di calcolare la condizione economica delle famiglie italiane mediante l’analisi del reddito, del patrimonio mobiliare e immobiliare, delle caratteristiche del nucleo familiare (numero e tipologia di componenti).

A cosa serve l’Isee?
L’Isee è un indice che consente di catalogare le famiglie per fasce di ricchezza. Coloro che rientreranno nelle categorie inferiori, poiché in precarie condizioni economiche, potranno beneficiare di prestazioni assistenziali e agevolazioni fiscali, come:
- assegno di maternità;
- iscrizione gratuita ad asili nido e ad altri servizi educativi per l’infanzia;
- prestazioni scolastiche come mense, libri, trasporti, borse di studio, tasse scolastiche e universitarie;
- agevolazioni per servizi di pubblica utilità come telefono, luce, gas;
- accesso al fondo per il sostegno al pagamento degli affitti;
- accesso ai contributi regionali per l’acquisto della prima casa per giovani coppie.

Le novità
Le novità sul calcolo Isee per il 2013 puntano su un maggiore rigore nella valutazione delle credenziali per ottenere i benefici. L’obiettivo è quello di una ripartizione più equa dei servizi, concedendoli a chi ne ha effettivamente bisogno e stanando i falsi poveri.

- nuclei familiari
Il nucleo familiare ora comprende:
- il dichiarante e il coniuge, anche se quest’ultimo ha una diversa residenza e non risulta nello stato di famiglia (eccetto se è legalmente separato, divorziato, oppure se ha perso la potestà sui figli);
- i figli di età inferiore ai 18 anni;
- i figli di età superiore ai 18 anni che sono a carico del dichiarante ai fini Irpef, anche se questi non convivono con i genitori e qualora non coniugati e senza figli;
- tutte le persone presenti nello stato di famiglia anagrafico.

Il nuovo sistema punta a favorire le famiglie numerose: in questo senso sono state apportate delle modifiche alle cosiddette scale di equivalenza, ossia a quei parametri utilizzati nel calcolo Isee che variano a seconda del numero di membri del nucleo familiare [1].

- reddito
Verrà preso in considerazione il reddito Irpef derivante da contratto di lavoro dipendente (con una franchigia fino al 20%, con tetto massimo di 3.000 euro) o da pensione (con tetto massimo di 1.000 euro). Al dato Irpef vanno poi aggiunti il valore di case e terreni, ricordando che detti beni oggi incidono il 60% in più rispetto al vecchio valore calcolato ai fini ICI.

L’Isee terrà anche conto di:
- redditi esenti da tasse [2] o soggetti a imposte sostitutive (ad esempio i canoni di affitto soggetti a cedolare secca [3]);
- introiti da attività agricola;
- assegni di mantenimento dei figli;
- patrimonio mobiliare

Nel calcolo dell’Isee, si terrà anche conto di:
- conti correnti postali e bancari;
- titoli di stato;
- obbligazioni;
- buoni fruttiferi;
- certificati di deposito;
- azioni in società italiane o estere;
- fondi di investimento.

Per i conti correnti non si dovrà indicare più la situazione al 31 dicembre dell’anno precedente, ma si prenderà a campione un giorno casuale degli ultimi tre mesi dell’anno.

- patrimonio immobiliare
- Per la prima casa è stata eliminata la franchigia di 51.645 euro, che veniva detratta dal valore fiscale dell’immobile. Il valore si calcolerà con gli stessi criteri previsti per l’Imu (rendita rivalutata e moltiplicata per 160), anche se la rendita catastale si considererà per 2/3 e non per l’intero, detraendo eventualmente la parte di mutuo ancora non estinta.

- Per tutti gli altri immobili sarà considerato il valore ad essi attribuito ai fini Imu.
Sarà computato anche il valore degli immobili all’estero.

- disoccupati
Colui che perde il lavoro può chiedere l’Isee aggiornato, che tenga conto dello stato di disoccupazione e gli permetta così di rientrare immediatamente nelle categorie cui spettano le prestazioni assistenziali e le agevolazioni fiscali.

- compilazione del modello
Una novità importante riguarda la compilazione del modello: non sarà più il cittadino richiedente, da solo o con il commercialista di fiducia, a compilare l’Isee, ma sarà compito dell’Inps oppure dell’Agenzia delle Entrate, che potranno utilizzare i dati in loro possesso sui redditi e sul patrimonio dei cittadini. Il contribuente indicherà solo le spese da detrarre e segnalerà eventuali errori.



- le note positive
È prevista una franchigia:
- fino a 7.000 euro per chi vive in un’abitazione in affitto;
- fino a 5.000 euro per chi vive in un’abitazione di proprietà, con incrementi di 500 euro per ciascun membro del nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 7.000 euro;
- di 6.500 euro per ogni persona del nucleo familiare non autosufficiente.

Inoltre il nuovo indicatore della situazione economica equivalente tiene conto della crisi e prevede la possibilità di cambiare il calcolo, aggiornandolo in corso d’anno, se avvengono eventi che determinano variazioni lavorative (ad esempio, in caso di licenziamento). Le variazioni reddituali dovranno però essere superiori al 25%.

Sono previste le seguenti detrazioni per i nuclei familiari in cui sono presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti: spese sanitarie per il disabile, per l’acquisto di cane guida, di interpretariato per i sordi, e spese di assistenza specifica, fino a un massimo di 5.000 euro.

Maggiori sgravi fiscali sono previsti poi per le famiglie numerose, soprattutto se con figli di età inferiore ai tre anni.


[1] Per un componente l’indice è pari ad 1,00; per due componenti ad 1,57; per tre componenti a 2,04; per quattro componenti a 2,46; per cinque componenti a 2,85. Per ogni successivo componente, l’indice si incrementa di 0,35.

[2] Sono considerati redditi esenti le pensioni di guerra, quelle collegate a menomazioni subite durante il servizio militare di leva, le borse di studio, le pensioni e le indennità per invalidi civili, le indennità di accompagnamento, le pensioni sociali e i sussidi per persone affette dal morbo di Hansen.

[3] La cedolare secca sugli affitti è una misura di agevolazione fiscale introdotta nel gennaio 2011. Consiste nell’applicazione di un’aliquota fissa di tassazione al posto di quella Irpef che si applicherebbe al reddito del contribuente. Più il reddito del locatore è alto, più risulta conveniente applicarla. La sua adozione è facoltativa e rappresenta un’alternativa al regime di tassazione ordinario.
 
(fonte: www.laleggepertutti.it - Dott. Stefano Veltri)

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